Se l’Atalanta ha eliminato il Sassuolo cambiando undici giocatori su undici, la
Roma avrebbe potuto liberarsi del Torino anche con il turnover esasperato da Di Francesco. E se è vero che le scelte radicali dell’allenatore hanno creato qualche difficoltà supplementare alla squadra, in sofferenza per mancanza di affiatamento su tutti i cal-ci piazzati, è altrettanto vero che i numeri della partita, dal possesso palla al numero di occasioni create, certificano un predominio abbastanza marcato che non giustificava una sconfitta.
IL DISCORSO – Rivedendo in tv l’ottavo di Coppa Italia, che non è mai riuscito a superare nella sua carriera di allenatore, Di Francesco ha probabilmente capito che sarebbe bastato inserire un solo titolare in più, uno tra Manolas e Fazio al posto di Moreno (o Juan Jesus), per evitare guai difensivi. Sette mancini di movimento su dieci (Juan Jesus, Moreno, Emerson, Strootman, Gerson, Schick e Ünder) erano troppi. Non si è pentito invece di aver schierato Emerson, che ha bisogno di giocare per ritrovare un’accettabile condizione atletica e che fatalmente ha sbagliato su tutti e due i gol del Torino, o il portiere Skorupski, mai utilizzato in campionato e Champions. Alla squadra ieri Di Francesco ha mosso comunque rilievi duri, arrabbiandosi anche in alcune fasi del discorso, perché in tante situazioni di gioco è mancata la concretezza in area di rigore. Con un po’ di precisione in più i tanti errori di organizzazione difensiva sarebbero stati annullati da un buon numero di gol segnati.
PROSPETTIVA – Ma c’è un’altra ragione, forse più importante e intuitiva, che spiega le scelte di formazione di Di Francesco, già affezionato ai principi di alternanza dall’inizio della stagione: in una delle settimane più importanti della stagione, non poteva rischiare di presentarsi allo Juventus Stadium in non perfette condizioni con i giocatori migliori. Si è accorto che nelle ultime settimane la squadra ha perso un po’ di brillantezza. Se avesse utilizzato tutti i titolari in Coppa Italia (e nessuno lo ha fatto, nemmeno le squadre di medio livello) non si sarebbe presentato nella maniera più giusta al bivio dello scudetto. Ora si aspetta che la sua logica gestionale, a conti fatti non felice con il Torino, produca bene ci tangibili contro la Juve.