«Speriamo non mi senta, ma in lui mi rivedo». Brillano gli occhi chiari di Francesco Totti quando pensano al figlio Cristian, che sta giocando a Tenerife un torneo internazionale con l’Under 12 della Roma. Totti in queste ore è a Dubai, fisicamente lontano dalle Canarie quanto emotivamente coinvolto nello spettacolo della Liga delle Promesse: «E’ emozionante vederlo giocare – dice a margine della Conferenza sullo sport degli Emirati Arabi che gli ha assegnato un altro premio alla carriera – ma di Cristian sarò orgoglioso a prescindere da quello che deciderà di fare». Ieri, nella seconda giornata del torneo di Tenerife, il figlio ha giocato contro i pari età del Barcellona, perdendo 3-0. Sempre con la maglia numero 9 addosso, che il padre Francesco aveva nel giorno del primo gol in serie A.
FIDUCIA – Prima di ripartire per Roma, dove domani assisterà alla partita contro il Sassuolo, Totti ha trasmesso anche un messaggio d’incoraggiamento alla squadra: «Siamo fra le tre o quattro che possono vincere lo scudetto. La Roma è una squadra forte, competitiva, e in un campionato diverso dai precedenti può giocarsela, anche se vincere nella nostra città rimane più difficile che altrove: uno scudetto a Roma vale 10 volte gli scudetti in altri posti». Tipo Torino: «Alla Juve non invidio nulla, se non lo stadio di proprietà. Dybala? Non credo che lo venderanno perché è un top player. Ma se dovesse lasciare la Juve andrebbe in un grande club estero, non rimarrebbe in Italia».
STILE – Anche con queste parole Totti ha dimostrato di essersi calato alla perfezione nel ruolo di dirigente. E nel suo futuro potrebbe esserci una poltrona eccellente all’interno della società, un ruolo prestigioso di cui a Trigoria si sta parlando. Per allenare invece ci sarà tempo: «Per ora penso a fare altro perché non è scattata la molla. Più avanti però è un’esperienza che potrei valutare». Nel frattempo ha vissuto un autunno con il trolley: oltre a partecipare a quasi tutte le trasferte della Roma – non è andato a Baku per festeggiare il compleanno in famiglia -, è stato a Tbilisi per il gala di beneficenza organizzato da Kakha Kaladze, è andato a Nyon per i sorteggi di Champions League e solo pochi giorni fa era volato a Riad per la festa di celebrazione della qualificazione mondiale dell’Arabia Saudita. «Fino a pochi mesi fa pensavo solo a giocare – ha spiegato – mentre oggi la mia priorità è promuovere la Roma in giro per il mondo».
FRATELLANZA – Sempre ieri De Rossi ha detto di sentire la mancanza di Totti, in quanto risolutore delle partite. L’ex capitano sorride: «Forse gli manco perché eravamo sempre vicini sul pullman… Seriamente, Daniele è un grande campione e mi spiace aver vinto poco con lui. Del resto non ero solo io l’uomo che faceva vincere la Roma». Chiusura sulla rivalità Messi-Ronaldo: «Preferisco Messi ma a Cristiano non ditelo… La verità è che nella mia squadra li vorrei entrambi ma dovendo scegliere preferisco i calciatori di fantasia. E poi di Leo sono più amico». E non è mica un dettaglio