Se il destino sceglie di farti esordire in A a 20 anni al posto di Totti, tu che sei nato romano e romanista e hai anche indossato la fascia di capitano della Primavera, forse qualcosa di predestinato dentro lo hai. La storia di Alessandro Florenzi e della Roma, intesa come prima squadra, nasce il 22 maggio 2011, quando Montella richiama in panchina il numero 10, a 5’ dal termine, e manda in campo un’emozionatissimo ragazzo contro la Samp. Quella era l’ultima partita dell’era Sensi e il fatto che sia stata la prima di Florenzi dà l’idea di quanto l’ex centrocampista della Primavera rappresenti, adesso che Totti ha smesso e a De Rossi non manca tantissimo, il ponte tra il vecchio e il nuovo. Oggi, se giocherà, come sembra, festeggerà le 200 presenze in giallorosso e, sempre a proposito di destino, lo farà avendo davanti il Sassuolo, la squadra contro cui, 14 mesi fa, è iniziato il suo calvario fatto di un anno di stop e due operazioni al ginocchio.
RICORDI – Non ci fossero stati i due infortuni, a quota 199, cioè le gare giocate finora, dal 22 maggio 2011 al 23 dicembre 2017, sarebbe arrivato prima. Invece, a quasi 27 anni, Florenzi conta 165 presenze in campionato, 19 in Champions, 9 in Coppa Italia e 6 in Europa League. In mezzo una stagione a Crotone (2011- 2012) e 5 allenatori. Zeman, fondamentale perché ha convinto la Roma a riprenderlo e a dargli fiducia, Andreazzoli, che lo ha tenuto in panchina nel derby del 26 maggio, Garcia, che lo ha in- ventato esterno d’attacco, Spalletti e ora Di Francesco, che come il francese avrebbe voluto riportarlo davanti ma, visto l’infortunio di Karsdorp, è stato costretto a fare di necessità virtù, rimettendolo nel ruolo di terzino destro. Dal campo alla quo- tidianità: come (quasi) tutti i calciatori moderni, Florenzi ha una persona di sua fiducia che lo aiuta nel gestire i social e l’immagine. Ha ceduto il suo nickname di Instagram a Telethon, di cui da qualche anno è sostenitore, qualche giorno fa si è divertito a fare il doppiatore a «Dribblo», uno dei personaggi del cartone «I Primitivi» ed è uno di quelli a cui la società ricorre più spesso per spot e campagne pubblicitarie. Questo, però, non influisce sulla sua costanza in campo: anno dell’infortunio escluso, Florenzi ha sempre superato le 30 presenze in campionato, non scendendo mai, tranne la prima stagione, sotto le 5 reti.
CORRETTO – Non solo: in A non è mai stato espulso, nella stagione 2014-15 ha preso 9 ammonizioni mentre nelle altre non ha mai superato le 4. In questa stagione, in campionato, non ha mai preso cartellini nelle 14 partite disputate. Magari anche questo avrà un peso sul rinnovo di contratto di cui lui, con il suo agente Lucci, sta discutendo con la società. Sarà il contratto della vita, con la speranza (sua e del club) che sia anche un contratto a vita. E che magari arrivi pure quel trofeo che tanto insegue.