Riecco il ponte di Traiano, quello cassato dal progetto «Stadio della Roma» dopo il dimezzamento «politico» delle cubature di cemento da parte del Campidoglio. E, dice la Regione, «non sono realistici» i conti sulla Roma-Lido fatti sulla delibera che da giugno porta impresso il timbro del pubblico interesse espresso dall’Aula. Il plico – 44 pagine con le 173 prescrizioni esaminate dalla Conferenza dei Servizi – dopo l’ultimo giro tra enti, arriverà in Campidoglio per l’iter di variante urbanistica. Che dovrà tenere conto del ponte di Traiano, opera che ha incassato la copertura del governo e di cui la Direzione Urbanistica della Regione ha chiesto «l’inserimento nella variante», si legge (in rosso) sul documento. Prescrizione confermata dall’ente più vicino a Raggi, la Città metropolitana, secondo la quale c’è «la necessità di realizzare un secondo accesso carrabile all’area».
E quindi dallo Stato che specifica come «il Mit manterrà le risorse economiche già stanziate sul Contratto di programma Mit-Anas, che potranno essere utilizzate, anche, per la realizzazione del tronco autostradale e del nuovo svincolo “Parco de’ Medici”». Ergo, il ponte s’ha da fare e il suo costo – circa 100 milioni che sul vecchio progetto erano a carico dei proponenti – sarà sostenuto del governo. C’è poi una seconda bocciatura: per la Regione, infatti, la previsione del Comune sulla capacità della Roma-Lido di smaltire gli spettatori dello stadio «non risulta realistica». Roma Capitale aveva stimato 20 mila persone all’ora per direzione su tutta la tratta, ma per ottenere quel risultato la Regione giudica «necessario il potenziamento della stazione di Tor di Valle con 3 nuovi tronchini (binari morti, ndr )» e «la disponibilità di un parco costituito da almeno 18 treni». Cioè «si ritiene che la soluzione del Proponente sia realizzabile solo a seguito di investimenti non previsti».