Calciatore della Roma, vice allenatore romanista con Carlo Mazzone e tecnico in prima del Crotone in Serie B nel 2011-2012. Con un dettaglio ulteriore: fu il primo a intravedere in Alessandro Florenzi doti da esterno basso di difesa e a impiegarlo in quel ruolo così discusso dal mondo romanista. “Florenzi non è un terzino”, secondo l’opinione corrente di molti tifosi e addetti ai lavori. Non per Leonardo Menichini, classe 1953, 56 presenze da difensore giallorosso in due anni tra il 1976 e il 1978.
Iniziamo dal Crotone? “Volentieri, una società a cui sono molto affezionato”
Che realtà calcistica è? “Una piazza ideale per fare calcio e farlo bene. Ora sta incontrando difficoltà in Serie A, ma può migliorare con il passare delle partite. Io fui esonerato nel corso del campionato, ma poi mi richiamarono successivamente permettendomi di salvare la squadra. Sono contento di aver fatto parte del club e di aver contribuito a lanciare alcuni giovani”
Anche perché la linea societaria è quella di proporre giovani promesse per il calcio italiano… “Vero. La dirigenza calabrese recluta giovani nei campionati primavera e cerca di farli maturare. Cito Florenzi, Bernardeschi, Cataldi, Federico Ricci per fare qualche esempio recente. Quando c’ero io avevo in rosa anche Pettinari e Nicola Sansone”
Florenzi esplose proprio sotto la sua egida, segnando 11 gol in un campionato solo… “Alessandro è un giocatore straordinario. Lo notai da centrocampista in una partita con la Roma Primavera e mi piacque tantissimo. Lo segnalai al ds del Crotone Ursicino e lo prendemmo credendoci fin da subito. Fummo ripagati alla grande”
Lei fu il primo a schierarlo terzino, sempre nello stesso anno… “Capitò in una partita con il Lecce. Non avevamo i titolari in quel ruolo, così pensai a Florenzi che aveva caratteristiche di corsa e fisicità. Gli chiesi la disponibilità e lui me la diede senza aggiungere altro. Scese in campo e fu il migliore della gara sfoderando una grande prestazione. La domenica dopo, poi, lo rimisi a centrocampo e giocò benissimo pure lì segnando pure. È un ragazzo che sa fare tutto e sa farlo bene. Come ripeto spesso, compri uno e prendi tre”
Può rappresentare un limite per la sua carriera saper agire con qualità in più posizioni di campo senza specializzarsi in un lavoro? “Per me no, anzi. È una fortuna per ogni allenatore poter contare su un calciatore così bravo e versatile. Non a caso ora è in Nazionale e gioca quasi sempre. L’ho visto al “Franchi” contro la Fiorentina da esterno basso a destra e mi ha fatto la solita ottima impressione. Ha attaccato, difeso, servito assist per Dzeko. Non è vero che non può fare il terzino”
Menichini calciatore, invece, era un difensore centrale di grossa fisicità e nella Roma giocava titolare… “Sono stato due anni in giallorosso. Facevo parte di una squadra formata da elementi esperti come De Sisti Prati e giovani rampanti come Di Bartolomei, Bruno Conti, Maggiora, Scarnecchia, il sottoscritto. Vivacchiavamo a metà classifica, ma resta un’esperienza importante nella mia vita. Conobbi Nils Liedholm, personaggio incredibile”
Da vice di Mazzone tra il 1993 e il 1996 come andò? “Erano i primi anni del presidente Sensi al comando della Roma. Facemmo un bel lavoro e – dopo l’esordio che fece con Boskov – lanciammo in pianta stabile in prima squadra un ragazzo di diciotto anni di belle speranze. Con noi giocò dal primo minuto in più di un’occasione e segnò il primo gol in Serie A contro il Foggia. Si chiamava Francesco Totti, conoscete?”.