Quando si dice: fare una pausa di riflessione. Per carità, Roma sarà anche «il posto ideale per fare calcio», James Pallotta sarà pure «il presidente che a me piace avere», ma quando il numero uno del club giallorosso gli ha recapitato un messaggio d’amore sincero («mi piacerebbe moltissimo che restasse a lungo»), alla domanda se si sentisse di confermare che resterà a lungo alla Roma, Luciano Spalletti ha replicato: «No, questo è un discorso che si vedrà poi col lavoro che riusciremo a fare insieme, in base a ciò che la squadra evidenzierà come comportamenti. Non è che si possa dire a priori allenando una squadra come la Roma: “Si farà così per due-tre anni”. Dipenderà da quello che succede, il futuro è ora, ce lo giochiamo. Dipenderà da ciò che gli dimostrerò se questo potrà andare avanti». Insomma, ripassare più avanti.
SEDOTTO – Eppure nel gennaio scorso, per i giallorossi, il tecnico pare abbia rifiutato i milioni (8) cinesi accettando solo una sfida di un semestrale rinnovabile a giugno per un anno, cosa puntualmente avvenuta. A giugno, però, il matrimonio necessità di prolungamento o divorzio. Se dipendesse da Pallotta, sarebbero già fiori d’arancio. «Luciano ha un carattere molto interessante – dice il presidente a Sky –, lavora moltissimo, ha un grandissimo staff che l’appoggia. L’anno scorso a dicembre ho parlato con grandissimi manager e due di loro mi hanno detto che per loro Spalletti era il migliore al momento, soprattutto dal punto di vista tattico. Basta vedere cosa ha fatto quest’estate e all’inizio della stagione, secondo me abbiamo giocato molto bene quasi sempre. Abbiamo un ottimo rapporto. Luciano crede in questa squadra, crede che abbia molta personalità, più di qualunque altra abbia mai avuto». Per la verità dopo la Samp le parole del tecnico sono state un po’ diverse, ma che senso avrebbe fare le pulci?
ROSA OK – In ogni caso, Spalletti per il presidente suona il violino meglio di Garcia a Torino. «È una persona eccezionale. Ha grandissimo entusiasmo e voglia di migliorare la Roma. Stiamo vedendo il suo impegno. Ha moltissime qualità, è uno camaleontico, a cena diventa subito uno showman. È una persona che ti trasferisce subito fiducia, che crede in te. Per usare lo slang americano: da uno come lui ci comprerei una macchina usata». Tutto, tra l’altro, si è materializzato nella squadra. «La rosa non è corta ed è di qualità».
TOTTI A CACCIA – Non c’è dubbio, anche perché c’è Totti che va a caccia di un posto da titolare. Non è certo che ce la faccia, ma il suo ingresso in campo pare scontato, così come la caccia al 250° gol in A. Sul possibile rinnovo, Pallotta glissa. «Ci sono tante questioni, tra cui il suo stato di salute. Sicuramente rimarrà con noi per alcuni anni in un ruolo manageriale. È bellissimo vederlo in campo, ma noi siamo una squadra. So quanto significhi per la città ma noi dobbiamo guardare all’insieme». Proprio vero, per questo Spalletti non si sbilancia sul suo impiego. «Totti può giocare dall’inizio sicuramente, come tutte le partite. È un giocatore della Roma e scelgo come ho sempre fatto». Punto.
SCUDETTO E STADIO – L’obiettivo, al solito, lo fissa il presidente. «Questa Roma può giocarsi lo scudetto. All’inizio dell’anno in qualunque tipo di sport c’è sempre qualcuno che viene scelto come favorito. La Juve ha un’ottima squadra, ma devi giocarti ogni partita». Magari accettando anche il fatto che le direzioni di gara, a volte, possano non essere all’altezza delle aspettative. «Ho imparato tanto tempo fa, anche a mio spese, che se tu dici qualcosa contro gli arbitri poi avrai una multa – aggiunge il presidente –. Mi è successo di essere multato per questo, ed è stata una multa abbastanza grossa. Quindi so bene che sugli arbitri meglio non parlare troppo». I titoli di coda sono sullo stadio e sulla crescita della Serie A. «L’incontro con la sindaca Raggi è stato fantastico – dice in riferimento al nuovo impianto, per il quale ieri ha ufficialmente cominciato l’iter in Regione – speriamo di costruire da marzo. Serie A più internazionale? Se Inter e Milan hanno nuove proprietà e fanno cose buone per la Lega, è una cosa ottima. La Serie A ora è veramente sottovalutata a livello internazionale. I club devono iniziare ad essere più uniti e avere una strategia migliore». Difficile dargli torto.