Dopo aver fatto tanto rumore, è il suo silenzio a fare notizia. Nainggolan non ha commentato la punizione della società nell’arco di una giornata strana, iniziata con l’ultimo allenamento a Trigoria prima delle vacanze, proseguita tra shopping e selfie nel vicino outlet di Castel Romano e chiusa all’Olimpico con una scena carica di nervosismo: un tifoso al triplice fischio ha sfogato la rabbia per la sconfitta contro Radja, che è stato portato via in fretta per evitare di peggiorare la situazione. In tribuna autorità il belga ha preso posto tra Totti e Monchi, osservato speciale tra i dirigenti (loro in giacca e lui in felpa), poi ha lasciato lo stadio in compagnia di De Rossi (escluso pure lui, ma per un infortunio al polpaccio), evitando l’uscita principale e limitandosi a qualche foto.
Scivolato via senza dire niente, ha lasciato che a parlare fosse chi l’aveva spedito in tribuna, ovvero Monchi: «Sono qui – ha attaccato il diesse spagnolo – per prendere decisioni sul presente e sul futuro. Se vogliamo cambiare qualcosa vanno
prese posizioni difficili e qualcuna anche impopolare. Non sono venuto per fare ciò che i tifosi e le persone vogliono, ma quello che è meglio per la società. Non cambia niente sul mercato, Nainggolan resta con noi con la stessa fiducia di prima. Ha capito quello che è successo e siamo convinti che sarà importante nel girone di ritorno». Di Francesco condivide la linea del club giallorosso: «Penso che a Radja abbia fatto bene. Certo è difficile che adesso qualcuno salga sul carro di questa decisione, ma vanno fatte delle scelte. Era un insegnamento, mi auguro che non accada mai più».
Il fantasma del Ninja aleggiava sulla partita, la Roma si è assunta il rischio di giocare una gara importante senza un leader e non può che difendersi sostenendo che «non c’è la contro-prova e non è detto che avremmo vinto, anche quando c’era lui in campo abbiamo perso. Dalla prossima giornata tornerà Radja e ci aiuterà ancora di più».