La Roma ha già contrattualizzato un allenatore per la prossima stagione. Ma non è Spalletti: si parla di Garcia, che va in scadenza nel 2018 e non ha mai chiesto la risoluzione. Spalletti invece non ha ancora rinnovato il suo, di contratto, che termina il prossimo 30 giugno. Paradossale, vero? Eppure, anche alla vigilia di Roma-Crotone Spalletti ha preferito rimandare ogni discussione sul futuro personale: «Quando alleni una squadra come la Roma non puoi dire a priori cosa succederà tra due o tre anni. In questo momento quindi non è giusto affrontare il discorso del rinnovo. Tutto dipenderà dal lavoro che riusciremo a sviluppare insieme e dal comportamento della squadra».
L’ASSIST – Spalletti rispondeva all’appello del presidente Pallotta, che in mattinata in qualche modo aveva auspicato un prolungamento del rapporto professionale. «Mi piacerebbe tantissimo che Luciano rimanesse a lungo alla Roma – le sue parole a Sky – andiamo molto d’accordo». Ma prima di impegnarsi in un nuovo progetto, Spalletti vuole essere sicuro di fare la scelta giusta per sé e per la Roma. Il rinnovo contrattuale gli era già stato proposto alla fine della scorsa stagione. E lui aveva preso tempo. Non era un rifiuto, semmai un’esitazione. Ebbene, dopo tre mesi la situazione non è cambiata. Bisogna avere pazienza. Neppure la società, a dire il vero, ha troppa fretta a questo punto. La situazione si dovrebbe chiarire in maniera definitiva dopo la finestra di mercato di gennaio, quando le ambizioni della squadra saranno più chiare e di conseguenza sarà possibile cominciare a programmare l’avvenire. «Pallotta è una persona eccezionale – ha continuato Spalletti – il presidente che mi piace avere. Tutti stiamo vedendo l’impegno che sta mettendo per migliorare la Roma. Ha moltissime qualità, sa essere uno showman quando serve, è un manager innovativo. Come si dice negli Stati Uniti (ride, ndr) da lui comprerei una macchina usata». Però… «Io devo lavorare nella direzione giusta oggi perché il futuro è adesso. Dipenderà da quello che dimostrerò, la prosecuzione del rapporto».
SCUDO – Spalletti incassa con piacere i complimenti arrivati da Ancelotti («E’ geniale, l’allenatore ideale per la Roma. Una volta che la squadra avrà assorbito la botta della Champions, farà bene») e conferma di essere soddisfatto della rosa che gli è stata messa a disposizione: «Quando torneranno i giocatori infortunati saremo a posto come organico. Sia per quantità che per qualità». Già ma la Roma sembra in difficoltà, tanto nella fase difensiva quanto in quella offensiva. Ed è proprio sul secondo elemento che Spalletti si concentra, avendo notato che la squadra tira più di tutti, crea più assist di tutti, tenta e sbaglia cross più di tutti, ma i gol su azione in quattro partite di campionato sono stati soltanto cinque: «Dobbiamo concentrarci di più sul possesso palla, chiamare in causa di meno il nostro portiere con i retropassaggi per impedire all’avversario di salire. Bisogna stazionare nella metà campo degli altri, comandare la partita. Ma sono ottimista perché dopo la partita di Firenze ho fatto un discorso alla squadra e ho notato interesse e partecipazione nei calciatori. Sicuramente poi serve una maggiore determinazione sotto porta: gli attaccanti devono darci qualcosa di importante, essere più velenosi». Riferimento generico, non solo per Dzeko e Salah: «Quando la squadra non si esprime al meglio, i giocatori di maggiore talento offensivo ne risentono. Però siamo sulla strada giusta, lo so».