La scorsa notte alcuni tifosi della Curva Sud si sono scagliati contro il presidente della Roma Jim Pallotta per le dichiarazioni rilasciate a Londra durante il convegno ‘Leaders in Sport’: «Nel Nord Italia non litigano molto, ma al Sud come Napoli e Roma i problemi di sicurezza sono davvero significativi. Circa un anno e mezzo fa, siamo andati dalla polizia e mi hanno aperto un fascicolo pieno di persone che avevano commesso qualcosa allo stadio, ma c’erano soltanto immagini sfocate. Quindi abbiamo chiesto se potessimo portare telecamere ad alta definizione all’interno e le abbiamo comprate noi per iniziare a vedere chi è che crea problemi». Parole che hanno scatenato l’ira degli ultras della Roma che, nei pressi di Tor di Valle, hanno attaccato due striscioni di contestazione verso il presidente giallorosso «Pallotta spia vattene via» e «Pallotta U$A e getta». In città sono apparse alcune scritte dello stesso tenore: «Un presidente perdente dalla parte degli infami e non della sua gente» firmata SH (Still Here Roma, un gruppo della Curva Sud). Il Gruppo Roma, che fa parte della Sud, ha inviato una lettera aperta al presidente, nella quale, tra le altre cose, viene scritto: «Lo stadio nuovo non lo vogliamo, un presidente così non lo vogliamo». Informato della protesta, il bostoniano si è sentito molto amareggiato per l’equivoco perché non si riferiva né alla maggioranza dei tifosi né a chi in curva tifa senza commettere reati.
LE ORIGINI DEL DISSENSO – Non è la prima volta che Pallotta si lascia andare ad esternazioni che creano attriti con la tifoseria giallorossa: era il 7 aprile 2015 quando il presidente ha commentato lo striscione esposto in Curva durante un Roma-Napoli «che cosa triste…lucri sul funerale con libri e interviste», il riferimento è alla madre del tifoso napoletano ucciso Ciro Esposito: «Non è giusto che tutti i nostri supporter vengano puniti per pochi ‘fucking idiots’ che frequentano la Sud. In Italia è arrivato il momento di cambiare». Dichiarazioni che hanno fatto infuriare la piazza e dato vita a numerose contestazioni. Da quel giorno qualcosa effettivamente è cambiato: a settembre 2015 sono state innalzate le barriere nelle due Curve dell’Olimpico e i tifosi della Roma hanno cominciato uno sciopero protrattosi per 46 partite. Dopo la rimozione totale dei muri divisori per cui lo stesso Pallotta si è battuto (4 aprile 2017), tutti sono tornati nella loro casa nonostante le multe per striscioni non autorizzati e cambi posto. Quello che lamentano gli ultras è la poca libertà all’interno del settore rispetto ad altre tifoserie italiane libere di ideare coreografie o accendere suggestivi fumogeni.