Gli 83 minuti giocati domenica sera contro l’Inter a San Siro hanno l’aria di essere gli ultimi di Edin Dzeko con la maglia della Roma. Il centravanti bosniaco, a meno di clamorosi colpi di scena in questo momento non prevedibili, si trasferirà al Chelsea nelle prossime ore. Senza il sorriso, perché lui e soprattutto la sua famiglia si sono innamorati di Roma, ma con un anno di contratto in più, garantito dal club di Abramovich, contravvenendo alle regole dei Blues. Ai giocatori sopra i 30 anni — e Dzeko ne farà 32 il 17 marzo — sono proposti accordi al massimo biennali. A Edin, invece, è stato sottoposto un triennale, fino al 2021. Un atto di fiducia che ha molto colpito il giocatore. Ieri l’attaccante ha parlato con il suo agente italiano, Silvano Martina, nel ritiro alle porte di Milano scelto dalla Roma per preparare la gara di domani sera contro la Sampdoria dopo il pareggio contro l’Inter. E lo stesso ha fatto a Roma il suo procuratore bosniaco, Redzepagic, con gli emissari del Chelsea.
I soldi, naturalmente, sono importanti. Come per ogni professionista. Ma non contano solo quelli e Dzeko si è sentito scaricato dalla Roma nel momento stesso in cui si è messa a trattare con il Chelsea. Il bosniaco pensava che essere stato pochi mesi fa il capocannoniere della serie A (29 gol) e dell’Europa League (8) lo rendesse un po’ speciale. Una risorsa e non una plusvalenza. Ma le leggi del bilancio valgono più di qualunque altra cosa e la doppia cessione di Dzeko e Emerson Palmieri al Chelsea porterà nelle casse della Roma 50 milioni più 10 di eventuali bonus, anche se i Blues vorrebbero limare qualcosa sulla seconda voce e, per questo motivo, la trattativa tra i due club è ancora in corso. Ma sono dettagli e non il cuore della questione. Dzeko era stato fortemente tentato di dire no al trasferimento. A Roma sono nati Una e Dani, a Roma ha comprato la casa che sta finendo di ristrutturare, a Roma si sono ambientate benissimo anche la moglie Amra e la sua prima figlia. Però qualcosa si è rotto quando Edin ha sentito il cartellino del prezzo sulla maglia.
Il rapporto con Di Francesco è stato corretto, ma non eccezionale. Dopo la gara contro l’Atletico Madrid di Champions, in casa, alla prima giornata di Champions League, il bosniaco ha detto che la differenza rispetto al passato era non avere più Salah e avere Nainggolan più lontano sul campo. Apriti cielo! Ma forse Dzeko non aveva tutti i torti, visto che la Lazio, miglior attacco del campionato, ha segnato 53 gol e la Roma 31. Nella Capitale il confronto diretto è legge e oggi la Lazio è terza e la Roma quinta, contro ogni previsione. Il campionato, però, non è finito. Il tempo per recuperare c’è ancora, ma ci saranno gli uomini giusti? Schick e Defrel hanno il compito di sostituire Dzeko al meglio, nel ruolo di prima punta. La Roma, infatti, andrà sul mercato per cercare un esterno d’attacco, che in estate era stato identificato in Mahrez, mai arrivato perché il Leicester voleva cash e non formule di pagamento dilazionato, come Monchi ha ottenuto per Schick. Interessano poco giocatori come Deulofeu o Sturridge — più proposti che cercati —, piace molto il marocchino Ziyech, ma l’Ajax lo valuta 20 milioni. Se Monchi ha un asso nella manica è tempo di giocarlo .