Chi offre il proprio aiuto, chi mette le mani avanti, chi cerca protezione. Il commissariamento non lo voleva nessuno (sicuri?), e ora nessuno vuole subirlo. Perciò, trascorse 48 ore – il tempo di metabolizzare la botta e riorganizzare le truppe – sono scattate le grandi manovre per non restare completamente isolati e provare ad avere una minima voce in capitolo nella gestione commissariale della Figc. Il presidente di Lega Pro Gabriele Gravina ha scelto di scrivere a nuora (i compagni di cordata) perché suocera (con tutto il rispetto, Giovanni Malagò) intendesse. Una lunga lettera in cui rivendica «l’onestà intellettuale e la coerenza» del suo rifiuto, e chiama a raccolta i «compagni di viaggio» per formare «un think tank di sostegno» per aiutare «chi, attraverso il commissariamento del Coni, cercherà di darci strumenti più moderni».
CONFRONTO – Cosimo Sibilia ha fatto prima, è andato direttamente al Coni. Un’ora di colloquio con Malagò. «Ci siamo confrontati – scrive sul suo profilo twitter il presidente della Lnd – sui problemi da affrontare e le soluzioni da prendere per una riforma condivisa e un rilancio completo del calcio italiano». Impressioni? La palla da oggi ce l’ha il presidente del Coni e difficilmente la passerà.