Giovanni Malagò ha nominato Roberto Fabbricini che a sua volta ha nominato lo stesso Malagò in una sorta di equilibrismo istituzionale, una specie di scioglilingua che i presidenti della serie A di sicuro non apprezzeranno.
Due commissari al prezzo di uno. La Giunta straordinaria del Coni ha scelto la squadra per riportare la vita sul pianeta calcio. Fabbricini, segretario generale di Palazzo H, in attesa di diventare presidente della Coni servizi il 12 marzo, dovrà guidare la Figc fuori dalla sabbie mobili in cui l’hanno trascinata il fallimento della Nazionale e due mesi di guerre intestine. Il suo primo provvedimento lo firmerà questa mattina e sarà scegliere Malagò, cioè il suo capo, commissario della Lega di Milano. Fabbricini non lavorerà da solo. Al suo fianco avrà due sub commissari: Alessandro Costacurta per la parte tecnica e l’avvocato Angelo Clarizia, ordinario di diritto amministrativo alla Sapienza di Roma, l’uomo per le riforme. La squadra sarà allargata al professor Massimo Proto che si occuperà di statuto e regolamenti e a Alberto De Nigro per la parte amministrativa. Perché il lavoro è ampio e profondo. Fabbricini ha già cominciato. Ieri è andato a cena con Costacurta per fronteggiare la prima emergenza: trovare un traghettatore (Gigi Di Biagio) per la panchina azzurra in vista delle due sfide con Argentina e Inghilterra, in programma a Manchester e Londra tra il 23 e il 27 marzo.
Ma è solo l’inizio di un lavoro lungo e accidentato. L’intervento sulla Federcalcio dovrà essere radicale e a chi nutre dei dubbi sullo spessore di Fabbricini è stato lo stesso commissario a rispondere: «Non sono un carneade e la mia militanza sportiva lo dimostra», ha raccontato l’uomo che ha partecipato come dirigente a 15 edizioni delle Olimpiadi. Il commissariamento per adesso sarà lungo sei mesi, sino al 30 luglio, «ma potrebbe servire più tempo», ha spiegato Malagò. Magari un anno.
Il piano è ampio e articolato: rimettere mano allo Statuto, studiare la riforma dei campionati, introdurre il semiprofessionismo in Lega Pro, creare le seconde squadre. La prima missione è placare gli animi dopo la lunga battaglia elettorale. «Coinvolgerò le componenti, ma non devono rimanere ancorate alle loro posizioni», l’avvertimento di Fabbricini. E sarà curioso vedere se il primo interlocutore sarà Damiano Tommasi, l’uomo che con le sue scelte suicide ha consegnato la Figc al Coni. Intanto, forse non per caso, nella doppia squadra che dovrà guidare il rilancio ci sono due ex calciatori: Costacurta in Figc e a sorpresa Bernardo Corradi con Malagò in Lega. Oggi il capo dello sport sarà in via Rosellini per parlare con il sub commissario Paolo Nicoletti e domani volerà in Corea per l’Olimpiade e tornerà soltanto alla fine dei Giochi: «Devo presenziare alle riunioni del Cio, ho impegni con gli sponsor, soprattutto me lo hanno chiesto gli atleti».
Di sicuro in Lega non sarà accolto a braccia aperte, ma non è preoccupato: «Con molti presidenti ho un rapporto di amicizia, con qualcuno addirittura di affetto. E poi voglio vedere chi, in questo clima, avrebbe qualcosa da eccepire». Magari Lotito che sta già studiando le carte. «Non ho pregiudizi e non mi aspetto mosse autolesionistiche». Non teme un golpe durante la trasferta asiatica: «Se la Lega trovasse una soluzione per la governance prima del mio ritorno sarei felice ma non la considero una cosa probabile». Palla al Coni. Si comincia a giocare.