La Roma deve cambiare rotta. Sono 48 giorni che non vince una partita. E’ stata eliminata dalla Coppa Italia ed è stata ridimensionata in campionato, dove è passata dalla lotta per lo scudetto al quinto posto che significa esclusione dalla prossima Champions League. Le distanze dalle due pretendenti allo scudetto sono aumentate nelle ultime cinque giornate di campionato, nelle quali la Roma ha raccolto solo tre punti (pur giocando una partita in più, il recupero con la Sampdoria) e in questo periodo, più di un mese e mezzo, ha messo insieme la striscia negativa più lunga dalla stagione 2004-2005, quella dei quattro cambi di allenatore. Sono passati tredici anni e in quel campionato, passando dalla guida di Gigi Del Neri a quella di Bruno Conti, la Roma collezionò tredici partite senza vincere, un calvario che la portò ad avvertire la paura della retrocessione. Se la Roma non riuscisse a conquistare la vittoria che manca dal 16 dicembre neppure domani a Verona, allungherebbe la striscia negativa fino a farla diventare la peggiore dell’era americana.
DA RANIERI A GARCIA – Ci sono stati parziali anche più negativi di quello messo insieme da Di Francesco. Basta ricordare le quattro sconfitte in quattro gare che portarono alle dimissioni di Claudio Ranieri nel 2011 (dal 6 al 20 febbraio Inter-Roma 5-3, Roma-Napoli 0-2, Roma-Shakhtar 2-3 e Genoa-Roma 4-3). Il tecnico di Testaccio si dimise dopo aver sfiorato lo scudetto pochi mesi prima. In un’altra serie di sette partite senza successi incappò Rudi Garcia e anche per lui fu fatale. L’eliminazione dalla Coppa Italia alla fine del 2015 gli costò l’esonero. La situazione di Di Francesco è un po’ diversa. La Roma attuale è stata condizionata da una lunga serie di infortuni e dalle voci di mercato che hanno distratto i giocatori. La squadra in questo periodo fatica a fare gol e anche nell’ultimo successo contro il Cagliari fu Fazio a segnare il gol decisivo nei minuti di recupero. Troppo prevedibili in fase offensiva e troppe occasioni sbagliate. Così la Roma si è allontanata dalla testa della classifica e si è vista scavalcare anche dalla Lazio. La storia recente giallorossa è piena di altri momenti difficili. Senza andare alla serie di tredici partite senza vittorie dell’inizio del 1959, striscia analoga c’era stata con Mazzone allenatore a cavallo tra la fine del 1993 a maggio 1994. Poi nel finale di campionato quella Roma si trasformò, passando dalla paura di restare coinvolta nella lotta per non retrocedere a sfiorare un posto in Europa. Il primo Zeman sulla panchina della Roma collezionò due serie negative: una di sette partite, nel campionato 96- 97 e un’altra nel campionato successivo, di otto. Anche Capello incappò in una lunga striscia negativa, dal 9 novembre al 10 dicembre 2002. Furono nove le partite senza vittorie. E quella squadra, con l’aggiunta degli innesti di Pelizzoli e Cassano, un anno prima aveva vinto lo scudetto.
DAL PRIMO POSTO IN CHAMPIONS – Finora in alcune partite di questo periodo nero è stato Alisson a salvare i giallorossi. E’ accaduto in particolare a Milano contro l’Inter. Fatalmente il calo c’è stato dopo la conquista del primo posto nel girone di Champions League, nel quale la Roma era riuscita a tenere testa a squadre come Chelsea e Atletico Madrid.