“La nostra campagna acquisti non è stata rivoluzionaria, i giocatori che sono rimasti e quelli che sono arrivati devono fare la loro parte. Devono giocare con il cuore. Il campionato in A 2017/2018 del Benevento è finito, ora ne inizia uno nuovo, contiamo i punti presi e non quelli persi”.
“Quello che è importante è che noi abbiamo intenzione di costruire una società solita e forte che vuole portare i colori giallorossi in alto. A volte ci riusciremo altre no ma è inutile fare promesse che non possono essere mantenute. Non stiamo ammainando bandiere: siamo qui per lavorare. Tra gol presi all’ultimo minuto, calciatori forse non adatti e interventi del VAR penalizzanti, adesso facciamo un mini torneo. Vedremo quanti punti riusciremo a fare sperando che saranno sufficienti”.
“Vogliamo mantenere alta la dignità di questa tifoseria e di questa società. Il nostro futuro è nel nostro passato: dagli errori dobbiamo imparare e migliorare. Siamo stati capaci di mettere in difficoltà un gigante come il Napoli, il nostro Golia, ora abbiamo davanti almeno 10 squadre alla nostra portata. Noi non siamo retrocessi e se dovesse succedere torneremmo in una categoria sognata per 90 anni. Faremo come i Moschettieri: combatteremo”.
“Io sono felice quando il Benevento vince ma più che a me penso ai ragazzi che abbiamo in squadra, al loro futuro, spero che questo sia per loro una rampa di lancio. La chiacchierata con la squadra? Sì c’è stata e ho visto una buona reazione ma non basta. Ora faremo il possibile e l’impossibile, ho detto ai tifosi che devono venire allo stadio per tifare contro tutte le squadre, non solo contro Napoli e Juventus anche perché così è troppo facile e siamo un po’ tutti anti-juventini. L’arrivo di Sandro? A prescindere da come andranno le cose lui sarà il nostro fiore all’occhiello”.