Una manciata di minuti a Verona al posto di Edin Dzeko – cinque, compreso il recupero – non possono bastare per cambiare il giudizio negativo che lo sta accompagnando nella sua avventura romanista, ma un piccolo segnale di ripresa Gregoire Defrel lo ha dato. Uno scatto in contropiede e un assist per Strootman, che si è divorato la palla del 2-0, non sono ancora niente e di certo non giustificano l’investimento (23 milioni di euro tra prestito oneroso, riscatto e bonus) che la società giallorossa ha fatto su di lui la scorsa estate, ma la strada, anche secondo Di Francesco, è quella giusta. Per questo, a gennaio, sono state rispedite al mittente le offerte che erano arrivate dal Watford e dal Villarreal. «Il suo atteggiamento – sono state le parole del tecnico dopo la gara contro il Verona – è molto propositivo: ha sempre dimostrato più lui di mettersi a disposizione della squadra che il contrario. Ci sarà utile perché sa interpretare diversi ruoli e mi auguro che cominci ad essere apprezzato anche dalla gente».
Basterebbe poco, magari un gol (finora è fermo a zero) domenica sera contro il Benevento, gara in cui le possibilità di vederlo in campo sono altissime. Se, come sembra, Di Francesco dovesse insistere nel 4-2-3-1, Defrel potrebbe trovare spazio in tutte e quattro le posizioni offensive: esterno su entrambe le fasce, ma anche trequartista alle spalle di Edin Dzeko o centravanti al posto del bosniaco. Quel che conta è che riesca a dare a Di Francesco una mano, perché per centrare l’obiettivo Champions League c’è bisogno anche di lui.