È il giorno. Non del giudizio, ma perlomeno quello che lo determinerà il giudizio. La Roma, infatti, oggi, a Nyon, Svizzera francese, Ginevra aeroporto di riferimento, è attesa dai capoccioni dell’Uefa per spiegare, illustrare, chiarire i numeri di un bilancio che non ha raggiunto la parità come da paletto del fair play finanziario. A spiegare, chiarire, illustrare, ci penseranno l’amministratore delegato Umberto Gandini e il direttore generale Mauro Baldissoni che stamattina presto si imbarcheranno su un volo per Ginevra per essere puntuali all’appuntamento con gli uomini Uefa. Il punto chiave, come ormai è probabilmente noto a tutti, è lo sforamento di quel pareggio di bilancio che rappresenta uno dei quattro paletti obbligatori da rispettare per non incorrere in eventuali sanzioni. Lo sforamento della Roma, detratti gli investimenti per le infrastrutture, il settore giovanile e il pagamento delle tasse, è inferiore ai dieci milioni di euro. In più la Roma farà presente ai capoccioni di cui sopra come nel mercato del gennaio scorso, si sia garantita una plusvalenza importante con la cessione di Emerson Palmieri al Chelsea (e qualcosina anche per Moreno).
La Roma sottolineerà anche come il percorso degli ultimi anni sia stato sempre in miglioramento. E non si dimenticherà di far presente come siano stati rispettati gli altri tre paletti obbligatori: l‘assenza di situazione debitorie nei confronti di altri club; il pagamento degli stipendi entro i quarantacinque giorni dalla scadenza; il passivo relativo all’ultimo triennio per un massimo di trenta milioni di euro. Tutti elementi con cui la Roma si augura di convincere sempre i capoccioni di cui sopra, che non c’è bisogno di sanzioni che possono andare dalla multa all’esclusione dalle coppe europee. La risposta dell’Uefa non ci sarà oggi. Bisognerà attendere almeno due-tre mesi.