Se il calcio è comunicazione, non sorprendetevi nello scoprire che in fondo Cengiz Under, ad appena 20 anni, possa essere il più giovane ambasciatore del mondo. Non è un mistero, infatti, che la Turchia – tra il varo della nuova costituzione, i rapporti con l’opposizione politica e la questione curda – in questo momento non goda in Europa occidentale di stampa eccellente. Per questo l’attaccante della Roma, fin dal giorno del suo sbarco in Italia, ha avuto contezza di essere davvero un testimonial del suo Paese all’estero. Non a caso, al momento del trasferimento, il presidente Erdogan gli telefonò per augurargli di rappresentare al meglio la Turchia. Il peso che il giovane attaccante ha avuto sulle spalle in questi mesi d’Italia, in effetti, è stato pesante. Si va dal prezzo pagato per il cartellino (13,4 milioni più bonus, più il 20% all’Istanbul B.B sulla eventuale futura rivendita) all’impazienza che Roma calcistica sembra avere nel proprio Dna.
I TWEET – Oggi contro il Benevento, però, Under sarà in versione serena più che mai. Dopo il gol di Verona – il primo della sua stagione – le critiche e i cattivi pensieri paiono essere tutti evaporati. Senza contare che, proprio come in estate, la politica è tornata a farsi viva per fargli i complimenti. «Congratulazioni fratello, i nostri occhi si riempiono di meraviglia. Ora aspettiamo il resto», ha twittato il ministro dello Sport, Osman Askin Bak, che si è voluto congratulare con lui per la rete decisiva di Verona. Subito è arrivata la replica del giallorosso. «Grazie per il suo prezioso sostegno, Ministro». Avrebbe potuto aggiungere quello che aveva detto ai microfoni domenica: «E adesso non mi voglio fermare più». Ma ci sarà tempo per ribadirlo. Così come per la Turkish Airlines per decidersi a diventare «main sponsor» della Roma.
STOP TERIM – Chi spera davvero che Under si si sbloccato è Di Francesco, che così racconta gli ultimi giorni di lavoro del giovane turco. «Per una punta la fiducia in se stessi è tutto – ha spiegato l’allenatore –. Guardate Under. Dopo la rete di Verona, in questa settimana ha avuto grande capacità di segnare in allenamento. È stato impressionante». Con queste premesse, nessuna sorpresa che stasera «Gengo», come lo chiama il tecnico, sia sicuro titolare nel ruolo d’esterno destro d’attacco. L’unico che può ricoprire? Terim dalla Turchia fa sapere che potrebbe giocare anche mezzala, ma Di Francesco è scettico. «Se lo dice Terim… Io credo che in tutto quello che si fa bisogna lavorarci, altrimenti passi per essere quello un po’ più scemo degli altri. Under è un attaccante e non dobbiamo inventarci altro. È normale che, se dovessi rigiocare con il 4-2-3-1, non esistono più le mezzali ma due mediani. Magari c’è un trequartista. Il discorso di Under potrebbe essere più avvicinabile al giocatore dietro la punta, questo sì, ma non ha le caratteristiche fisiche e tattiche per fare la mezzala in questo momento».
IL PONTE -Il ragazzo, comunque, sembra contento così. Una volta che il suo italiano lievita, anche l’integrazione nel gruppo e negli schemi prosegue di pari passo. Impressioni? Under è pronto a costruire ciò che quello che il turco Orhan Pamuk – premio Nobel per la Letteratura nel 2006 – dalla sua Istanbul ha sempre inteso come cultura: «Ho capito che il meglio era essere un ponte fra due rive». Europa e Asia, in fondo, ne avrebbero davvero bisogno. Chissà che anche il calcio non possa dare una mano.