(PREMIUM) E’ passata la crisi? “Siamo partiti con l’handicap. In alcuni momenti eravamo in ritardo con le uscite. La squadra, come sempre, ha creato tanto in fase offensiva. Mi infastidiscono i due gol presi”.
Il quarto posto attuale può essere una svolta? “Deve essere un punto di partenza ritrovare la vittoria ed il gol. E’ importante il gol per Edin e Defrel, che si mette sempre a disposizione. Hanno voluto che battesse lui il rigore, fa capire la predisposizione che il ragazzo ha nella squadra”.
Cosa ha visto dietro l’esultanza di Dzeko? “Lo ha cercato fortemente nel primo tempo. Lui vive per il gol, avete visto dopo come è riuscito ad aiutare i compagni. Ha grandi mezzi, spesso si fa influenzare psicologicamente se non fa i gol, è la normalità ed anche oggi l’ha fatta”.
(SKY) Ritrovata la lucidità sotto porta? “Dovrà essere un punto di partenza. La qualità del gioco c’è sempre stata. In tante altre gare abbiamo creato tanto e segnato poco, a parte le ultimissime. Nel secondo tempo, spostando qualcosa a livello tattico, il gioco si è districata meglio”.
Che ne pensa delle individualità di Under? “Tante squadre vincono con i colpi dei grandi giocatori. A noi sono mancati. La Juventus ha sbloccato la gara contro la Fiorentina grazie a una punizione di Bernardeschi. Il calcio è fatto di questo tipo di giocate. L’importante è avere il predominio del gioco come noi. Eravamo obbligati a vincere ma vincere non è mai facile”.
Siete in crescita? “Ho cambiato qualcosa visto il trequartista, non ci siamo mossi bene nella fase difensiva perché Perotti lavorava solo da una parte. Nella ripresa, riportando Diego nella sua zona, la squadra si è mossa meglio. Andiamo spesso al cross e poco in verticale, a me piace di più una squadra che va per vie centrali”.
Crossa bene Under… “Lui è destro (ride, ndr). Sta lavorando anche individualmente con me in allenamento, è più abituato all’istinto. Ora è un’arma in più perché può andare anche sul piede debole”.
Che movimenti deve fare Dzeko? “A me non piace tornare sui numeri, però dopo Dybala è il giocatore in percentuale che effettua più tiri. Occasioni ne ha avute. Sicuramente è mancato in cattiveria. L’anno scorso ha fatto tanti gol e ho voluto mettergli un attaccante vicino per facilitarlo. In queste due ha partecipato di più, i gol arriveranno con il tempo. Deve lavorare un po’ di più”.
Svolta tattica? “Oggi era obbligata, mentre contro il Verona è stata voluta per cambiare qualcosa per gli attaccanti. Ho cercato un giocatore che si muova come voglio, come se giocasse un triangolo a tre in avanti. Tipo Nainggolan a Verona o oggi Defrel. Questo aiuta Dzeko”.
(ROMA TV) Gran momento per Under… “Sì, anche per quello che ha fatto per la squadra con determinati movimenti. In questo momento è un soldato, fa tutto quello che gli dico di fare in allenamento, e sta facendo anche qualche lavoro individuale per smarcarsi tra le linee. Venendo da un calcio diverso abbiamo dovuto aspettarlo, ma ne è valsa la pena. Non deve perdere l’umiltà nel lavorare come quest’ultimo periodo”.
Come ha visto la squadra e i giocatori impiegati in questo nuovo modulo? “Avevo un pensiero su Perotti, Diego dietro la punta fa un po’ fatica come pensavo perché tende sempre a smarcarsi verso il centro-sinistra, ma non è colpa sua. Io ho voluto provarlo, poi Defrel l’ha interpretato meglio. Quando lavori con dei giocatori per tanto tempo e cerchi di dargli delle linee di passaggio, spostandoli anche di 10 metri crei difficoltà. Per quello ho spostato Perotti nel suo ruolo naturale e ha fatto meglio”.
Oggi ci sono state alcune situazioni di inferiorità numerica a centrocampo… “Nel primo tempo c’era questo svantaggio, non c’è stata qualità nel concretizzare alcune occasioni. Sbagliando tanti passaggi si rischiava di fare come nelle partite scapoli contro ammogliati, due squadre che attaccavano e difendevano. Questo è successo e l’ho detto ai ragazzi nello spogliatoio. Quando si gioca con 4 attaccanti c’è un tasso di rischio, con Radja succede meno perché ragiona più da centrocampista. Questo diventa quasi un 4-2-4, e sapevo di poter rischiare queste situazioni. Nel secondo tempo abbiamo cercato più qualità, sbagliando meno”.
Perché questa differenza di qualità tra i due tempi? “Come ho detto magari ho messo io in difficoltà qualche giocatore, mettendolo in un ruolo in cui non riusciva a esprimersi al meglio perciò può essere una responsabilità mia. Loro nella qualità hanno sbagliato qualcosa di troppo, e dovevano essere più bravi a buttarsi ed attaccare la profondità. La differenza tra i due tempi sta nel toccare la palla meno volte, questa è stata la differenza in mezzo al campo”.
Nonostante tutto la Roma è al quarto posto e con molti giocatori da recuperare… “Sì, anche perché le squadre da affrontare nel girone di ritorno sono totalmente differenti da quelle affrontate all’andata, chi ha giocato a calcio lo sa. Le squadra come il Benevento non hanno niente da perdere e vengono a giocarsela, per cui il rischio è dietro l’angolo. Noi stiamo ritrovando sia condizioni ottimali per fare una grande Champions e finire in campionato, e allo stesso tempo stiamo ritrovando giocatori che sono stati fuori per tanto tempo e mi auguro non escano più per allenarsi al meglio”.
Le è piaciuto il gesto di Dzeko? E’ un lavoro suo? “Mi è piaciuto tanto. Il mio lavoro è stato solo un lavoro nella testa di tutti i giocatori. Io sono contento quando fanno queste cose da soli, è stato il gesto che mi ha fatto più piacere della serata. Defrel si mette sempre a disposizione dei compagni e questa è stata la dimostrazione”.
(RAI DUE) Che cosa salva di questa partita a parte il punteggio e il fatto che si siano sbloccati alcuni giocatori? Questa Roma basterà per i prossimi impegni? “Le partite durano 90 minuti. L’importante è che la squadra abbia saputo reagire dopo un primo tempo in cui siamo stati troppo lenti nella manovra, merito anche del Benevento che è andato subito in vantaggio. Siamo stati bravi a non avere fretta nel voler recuperare, potevamo fare meglio qualche aggressione che invece è arrivata un pochino in ritardo. Perotti era più adatto a partire da esterno che dietro un attaccante, cambiando qualcosina la squadra ha migliorato l’atteggiamento andando anche a creare di più, per cui c’è da salvare il risultato ma non mi è piaciuto il fatto di aver preso due gol. Non ci succede molto spesso, ma non ci lamentiamo perché oggi era importante trovare il gol, ci mancava da tanto segnare e questa sera lo abbiamo fatto”.
Avete scavalcato la Lazio, che cosa si sente di dire? “Credo che l’obiettivo della società fosse quello di entrare in Champions prima di tutto, siamo andati anche oltre le aspettative in Europa, ma in Italia ci si dimentica troppo facilmente. Ci si dimentica anche da dove è arrivato Under, che ha fatto un solo anno nella serie A turca. Lo osservo tutti i giorni e sta iniziando a capire meglio, lo vedevo anche nell’intensità che mette negli allenamenti. In Italia c’è poca pazienza nei confronti dei giovani italiani, figuriamoci per quelli stranieri, abbiamo una cultura totalmente errata, siamo molto più bravi a criticare che ad elogiare”.
In quale ruolo vedi meglio Under? “Lui è più bravo a partire più dall’esterno per poi accentrarsi. A volte lo prendo in giro, ma devo dire che sa usare anche il piede meno forte, oggi con il destro ha anche messo una bella a Dzeko e questo sa a significare quanta qualità abbia. E’ ovvio che deve crescere per assimilare meglio determinati movimenti e soprattutto per analizzare al meglio le situazioni di gioco, quando puntare, quando fermarsi. Lui veniva da un’idea di gioco totalmente istintiva. Lo vedo più da esterno che da seconda punta ma ora l’importante è che continui a lavorare con umiltà”.
E’ sembrata una formazione sbilanciata? “Si era un po’ sbilanciata obiettivamente, ma potevo farci poco nel senso che non avevo centrocampisti a disposizione: De Rossi, che entrato 20 minuti, l’ho avuto solamente ieri. Parlando di giocatori, Defrel ha agito molto bene alle spalle di Dzeko, su tutto il fronte offensivo, al contrario di Perotti che invece si è allargato soltanto a sinistra”.
Che cosa può dirci della condizione psicologica di Dzeko? “E’ arrabbiato perché non fa gol, rientra negli spogliatoi e nella sua lingua si lamenta. Dzeko però ha sempre un grande atteggiamento con i compagni e avete potuto vedere quanto successo con Defrel, che magari è arrivato per lottarsi il posto con lui, e invece lui gli ha ceduto il pallone. Ha il desiderio di far bene prima nella Roma e aiutare il gruppo, poi viene tutto il resto, questo ho cercato di inculcare ai ragazzi fin dai primi giorni”.
Che cosa ha in meno la Roma di Inter e Lazio? “Siamo una squadra che si può giocare benissimo il terzo posto. Per quanto riguarda lo Scudetto ho sempre detto che abbiamo qualcosa in meno di Napoli e Juventus. L’importante è migliorare il collettivo e giocare di squadra”.
Il 4-2-3-1 sta funzionando. Questo sistema di gioco è legato alle numerose assenze? “Sicuramente oggi non avevo molte alternative, ma a Verona ho schierato volutamente Nainggolan dietro la punta. Oggi per necessità ho dovuto schierare Gerson in mediana e sapevo che potevo andare a rischiare qualcosa, ma sapevo anche di andare ad aumentare la qualità in mezzo al campo”.