L’uomo da tre punti la Roma ce l’aveva in casa, ma ci ha messo sei mesi per accorgersene. Under ora parla la lingua della Serie A e ha messo la firma sulle ultime due vittorie giallorosse, segnando a Verona dopo 43 secondi e facendo scattare l’interruttore nel secondo tempo contro il Benevento. La doppietta all’Olimpico lascia un segno importante, per tanti motivi. In primis la squadra di Di Francesco non esultava in casa da quasi due mesi, l’ultima volta col Cagliari il 16 dicembre grazie a una rete di Fazio allo scadere. Stavolta il colpo di testa del centrale argentino non basta, per far scattare la molla nella testa di una Roma con tanti attaccanti in campo e poche idee serve la spinta del giocatore del momento, che prima di prendersi la scena fa la cosa più utile al gruppo: manda in porta Dzeko col piede «sbagliato» («ma lui è destro», scherza il tecnico), il bosniaco raccoglie il pallone dalla rete per scaraventarlo con rabbia in tribuna, un gesto di stizza, una liberazione. Il tecnico alla vigilia gli aveva suggerito di fare come Cengiz, consiglio ascoltato e mente finalmente più libera, o almeno si spera. I compagni sono corsi ad abbracciare l’attaccante che non volevano veder andar via a gennaio e ora se lo coccolano, soprattutto l’amico Kolarov che gli ha schioccato un bel bacio sulla guancia.
Ma il vero acquisto invernale della Roma è quel turco che inizia a capire l’italiano, e si vede, il giocatore che ha un impatto minimo sul bilancio del club perché guadagna meno di tutti, o quasi, ma incide tantissimo sulla classifica, perché molto si deve a lui se i giallorossi possono di nuovo respirare l’aria della Champions dal quarto posto, davanti alla Lazio, un punto sotto l’Inter. L’interruttore è tornato su «on», la squadra ha ripreso a segnare, ben 5 gol al Benevento, dopo nove giornate da segno «under» sulla schedina. La goleada arriva in rimonta, prima di ieri sera la Roma non era mai riuscita a vincere così, al massimo aveva pareggiato, a Londra col Chelsea e a Genova con la Sampdoria. Serviva una ventata di novità per cambiare rotta, i colpi di «Gengo» hanno aperto la porta e Defrel ne ha approfittato per segnare il primo gol in maglia giallorossa.
Un altro giocatore rimasto troppo a lungo in lista d’attesa e che ora si guadagna una menzione speciale, perché non era semplice presentarsi sul dischetto (la palla gli è stata generosamente consegnata da Dzeko) col peso dell’astinenza sul groppone e al tempo stesso una maledizione dagli undici metri da interrompere. «Ci sbloccheremo e faremo tanti gol», aveva previsto il francese nel prepartita e alla fine gode: «Ho avuto paura quando il pallone ha toccato il palo, per fortuna è andata bene, sono felice. Devo diventare più cattivo davanti alla porta. Vogliamo finire davanti alla Lazio, che gioca meglio dell’Inter ed è più pericolosa come avversaria per la Champions». Obiettivo raggiunto, al momento. Ora arriva il difficile: confermarsi.