La rabbia: segni un gol che cambia gli equilibri di una partita e, invece di festeggiare, prendi il pallone lanciandolo lontano, travolto dal turbine di sentimenti contrastanti. La generosità: puoi segnare la doppietta e smantellare il complesso da rigore sbagliato e invece a tempo scaduto lo lasci a un compagno che a sua volta ha bisogno di prendere fiducia, Defrel. In un modo o nell’altro, Edin Dzeko è sempre un uomo copertina per la Roma. Sbaglia, non sbaglia, esulta, non esulta, tira, non tira. E’ Dzeko.
CRESCITA – Sembrava un’altra notte di mugugni e di occasioni perse. Nel primo tempo, a ritmi lentissimi, gli erano capitati due palloni in area di rigore su cui le mani del portiere Puggioni prima e la spalla del centrocampista Viola poi erano intervenuti per negargli il gol. Però stavolta lo sviluppo della partita gli ha offerto una nuova possibilità sull’accelerazione improvvisa di Ünder. E Dzeko lì ha fatto il suo dovere, consegnando di fatto la vittoria alla Roma. Il Benevento in fin dei conti gli porta bene: due gol all’andata, uno ieri sera. Eppure no, non c’era gioia nel suo atteggiamento. I compagni si complimentavano, lui conservava uno sguardo severo, tormentato, inquieto. Sono 11 i gol in campionato, che non sono così pochi, e 14 in stagione, ma sul suo umore incidono soprattutto i 4 nelle ultime 18 giornate. Quelli sì, son pochini.
RAPPORTI – Superati i dubbi sul futuro, dovuti a una strana trattativa con il Chelsea, Dzeko è consapevole delle necessità della Roma: senza il suo contributo realizzativo, sarà complicato conservare il quarto posto appena recuperato. Di sicuro il 4-2- 3-1, che aveva velatamente invocato già ai tempi della discussa intervista post Atletico Madrid, gli ha regalato più opzioni per aggredire la partita: ieri, oltre a firmare il 2-1, Dzeko ha avviato l’azione del terzo gol e ha guadagnato il rigore (non c’era) che ha fissato il 5-2. Adesso magari gli passerà la tentazione di essere «lamentino», come affettuosamente sottolineava Di Francesco.
AMICIZIA – Quel rigore però l’ha lasciato a Gregoire Defrel, come il beneficiario conferma: «Gli ho chiesto io di poterlo tirare, Edin mi ha risposto “Fai gol”. Anche gli altri hanno detto che andava bene e mi hanno lasciato il pallone. E’ stato un bel gesto per cui posso solo ringraziare la squadra. Spero che questa rete mi aiuti a guadagnare fiducia. Purtroppo due o tre infortuni mi hanno rallentato nell’inserimento alla Roma. Ma tutti i compagni mi dicono spesso di non mollare e io non lo faccio. Adesso che mi sono integrato e ho ritrovato una buona condizione non intendo più fermarmi». In che ruolo? «Io preferisco giocare da prima punta ma posso fare anche il trequartista o spostarmi sulla fascia. L’importante è essere in campo. Sono venuto qui per questo».
ALLEGRIA – Chiude l’altro marcatore della serata, Federico Fazio: «Fa piacere segnare, anche Manolas è andato vicino al gol su un’altra palla inattiva. Ma conta solo la Roma. Ci importava vincere, al di là della qualità della partita che comunque è stata buona. Ora dobbiamo insistere perché negli ultimi due mesi abbiamo perso troppi punti. Sono contento perché diversi giocatori hanno ritrovato il gol, uno di questi è Defrel che per noi è fondamentale. E poi avete visto Ünder?». Accidenti, questo turco.