«I tifosi organizzati della Roma sono pericolosi». Una sintesi chiara, quella del prefetto di Udine, per spiegare una decisione (decisamente meno chiara) che era già nell’aria e che sta generando un mare di polemiche. Niente trasferta di Udine per i residenti nel Lazio perché, secondo il Prefetto, ci sono elementi che provano «la pericolosità del tifo organizzato romanista che ha dato prova di atti di intemperanza e violenza». Il provvedimento fa seguito agli incidenti di Verona, dove 21 ultrà giallorossi sono stati processati e colpiti da Daspo per una rissa fuori lo stadio. Nel provvedimento sono elencate tutte le partite che “provano la pericolosità” degli ultrà: la partita di Verona, le due con il Chelsea, quella con l’Atalanta del novembre 2016 e quelle di Bergamo, Milano, Genova e Torino di questa stagione dove non ci sono stati incidenti ma “furti nelle aree di servizio”.
Sul web e nelle radio si è scatenata la protesta (“perché non colpiscono solo i colpevoli di furti e incidenti?”). Il club non può presentare ricorso perché il provvedimento di ordine pubblico è firmato dal Prefetto che ha sempre l’ultima parola. La Roma è stata in contatto con la Lega affinché si facesse valere con l’Osservatorio e fatto presente che il provvedimento non servirebbe, in quanto i responsabili degli incidenti sono stati già sanzionati. Altro non si può fare.