Domanda: siamo sicuri che il calcio serva solo a parlare di calcio? L’Italia del doppio Mondiale 1934 e 1938 e l’Argentina del 1978 potrebbero raccontare di utili commistioni. La vita, d’altronde, è piena di coincidenze e così – mentre la Serie A celebra l’esplosione di Cengiz Under – i media parlano della vicenda della Saipem 12000, la nave da perforazione italiana bloccata al largo di Cipro dalla marina militare turca, subito dopo che l’Eni aveva annunciato una scoperta «promettente» nell’area. Non basta. L’esultanza del ventenne dopo la doppietta (più assist) grazie alla quale la Roma ha travolto il Benevento, ha fatto scalpore anche per il saluto militare con cui il ventenne ha voluto ricordare i soldati morti (31 dal 20 gennaio) nell’offensiva in corso contro l’enclave curdo-siriana di Afrin. Un gesto apprezzato in Turchia, anche se in Occidente la questione curda sviluppa sensibilità spesso di tipo diverso.
APPLAUSI E CRITICHE – Logico, però, che la riproposizione del saluto sul suo profilo twitter, abbia portato a Under oltre trentamila «like», quasi tutti dalla Turchia, che lo hanno eletto ambasciatore calcistico all’estero. Non a caso lo stesso presidente Erdogan, al momento del suo trasferimento alla Roma, lo chiamò per incoraggiarlo. Sull’attualità, però, non mancano dei commenti critici (anche di romanisti) non al calciatore, ma alla politica nei confronti dei curdi. Secondo i media di Ankara, d’altronde, l’esultanza del giocatore della Roma ha un valore «nazionalista». Under non si è espresso ma secondo Osman Askin Bak, ministro dello Sport non c’è bisogno di troppe spiegazioni. Il politico, che già dopo Verona si era complimentato con Under («Congratulazioni, fratello. Ci siamo stropicciati gli occhi, ora aspettiamo il resto»), ha applaudito su twitter il gesto postandone la foto. Dalla Turchia, Goksel Gumusdag – presidente del Basaksehir, l’ex club di Under (nonché parente acquisito della moglie del presidente Erdogan) – dice orgoglioso: «Pareva che i milioni per lui fossero troppi (13,4 ndr), adesso tutti sanno che vale molto di più». Di sicuro Under sembra un predestinato. Il suo nome, Cengiz deriva da «oceano» in turco antico; oggi invece significa «imbattibile». E l’ascendenza col conquistatore Gengis Khan è evidente. Niente male per un ragazzo pagato dal Basaksehir 700 mila euro e nei giorni scorsi benedetto da Lucescu, c.t. della Turchia. «Farà una grande carriera. Sono stato io a dirgli di tener duro e non lasciare Roma neppure in prestito».
GIORNI DURI – Under dice agli amici di vivere un «momento magico» e Di Francesco se lo coccola. «Ha una grande qualità nel preparare il tiro nascondendolo, come faceva Montella». Ma per emergere il dribbling più difficile lo ha dovuto fare alla lingua. Non conoscere l’italiano, infatti, all’inizio lo ha penalizzato anche nel rapporto coi compagni. Grazie al traduttore e allo studio, però, le cose sono migliorate e adesso può essere l’uomo Champions in vista della doppia sfida allo Shakhtar. Occhio poi agli effetti collaterali. Se un’altra stella dello sport turco, Enes Kanter, 25 anni, pivot dei New York Knicks, ha raccontato alla «Gazzetta» il prezzo che paga per la sua scelta contro la politica di Erdogan – forte anche della nuova costituzione varata dopo il tentato golpe del 2016 – Under invece è quasi «ambasciatore» del governo. Che questo faciliti le trattative del club per avere «Turkish Airlines» come «main sponsor»? È infondato dirlo. Una cosa però è certa: a Roma con Under si vola.