Il gigante e il bambino, il portiere fenomeno e il baby attaccante prodigio: è la strana coppia che ha preso per mano una Roma involuta e l’ha resa di nuovo vincente. Alisson e Under sono i protagonisti della rinascita giallorossa. Tanto diversi eppure così simili, si passano 20 centimetri d’altezza e una trentina di chili, parlano lingue diverse e in campo giocano agli estremi, uno intento a difendere i pali e l’altro impegnato a fare gol nella porta opposta, ma in comune hanno la cosa più importante: portare la squadra il più in alto possibile.
Oltre il terzo posto, riconquistato sabato con i tre punti di Udine e lo scivolone dell’Inter a Genova, non possono andare quest’anno, perché la lotta scudetto va avanti spedita con un ritmo che solo Napoli e Juventus hanno, i giallorossi puntano a salire sul podio, anche se un gradino sotto è sempre Champions. Lì c’è ora l’ex Spalletti, insidiato dalla Lazio che nel monday night può scavalcare (al massimo) i nerazzurri. La classifica in zona Europa è in continua evoluzione, la Roma tra gennaio e febbraio aveva perso quota, ma un tris di successi ha fatto un salto avanti di due posizioni e ha ripreso fiducia. Merito del cambio di modulo che ha scosso la squadra, ma anche delle giocate dei singoli. Di Francesco aveva chiesto a Monchi un esterno in grado di fare la differenza, saltare l’uomo e fare gol, ma non c’è stato bisogno di acquistarlo a gennaio perché Under dopo sei mesi nell’ombra è esploso all’improvviso ed è diventato il Salah in miniatura di cui si sentiva la mancanza.
A Udine si è inventato un bolide imparabile, col Benevento ha fatto doppietta e a Verona ha deciso lui la sfida: 9 punti portano la sua firma. A guardagli le spalle, dall’altra parte del campo, c’era lo spilungone brasiliano che oltre a compiere miracoli gioca bene coi piedi e fa il libero aggiunto. Con un numero uno così è come giocare sempre in dodici. L’uomo in più della Roma ha tenuto la porta inviolata in 14 occasioni tra campionato e Champions, ha subito 25 gol, di cui 19 in Serie A a fronte di 77 parate. Alisson incanta e dà sicurezza al reparto, per Di Francesco è semplicemente «uno dei migliori in circolazione», tant’è vero che il Brasile gli aveva affidato la porta ancor prima che diventasse titolare in giallorosso.
Quest’estate giocherà i Mondiali con gli occhi dei grandi club addosso e la Roma farà di tutto per blindarlo. Se l’anno scorso si sentiva «abbandonato», ora è pienamente al centro del progetto e serviranno le sue prodezze in Ucraina per credere nella qualificazione. Lui, il gigante, e Under il bambino che a 20 anni fa la differenza dovrebbero ricomporre la strana coppia vincente mercoledì a Kharkiv. Il condizionale è d’obbligo per il turco, che in Champions finora ha fatto presenza in panchina, ma adesso è pronto all’esordio e il biglietto da visita con 4 gol e 1 assist in 3 gare dovrebbe valergli una maglia in attacco. Perotti è in vantaggio su El Shaarawy, Nainggolan resta alle spalle di Dzeko, in mediana spazio a De Rossi e Strootman, Kolarov torna a comporre la difesa-tipo. Silva si è allenato ieri per la prima volta con il gruppo, ma oggi alle 15 la Roma decolla da Fiumicino e rientra giovedì alle 13: nessun viaggio in notturna stavolta, ma trasferta lunga (e fredda) prima del big match col Milan.