Un esame di maturità. Per Di Francesco, per la Roma ma pure per chi a quasi 32 anni (da compiere il 17 marzo) dovrebbe averli superati tutti. Edin Dzeko contro lo Shakhtar domani sera proverà, infatti, a segnare il suo 1° gol in una gara ad eliminazione diretta di Champions oltre a riconquistare una fetta di tifoseria che ha ricominciato a mugugnare per i pochi gol (tre) fatti in questo 2018 del bosniaco. «Ho vissuto dieci giorni difficili durante il mercato – ha rivelato l’attaccante – si è visto anche in campo. Spero che i prossimi 3 mesi siano fantastici. Grande girone in Champions, ora non accontentiamoci. Il cambio modulo ci ha fatto bene». Ma pure a Udine Dzeko ha avuto poche occasioni e ora (dopo le reti ad Atalanta, Samp e Benevento) spera di tornare ad essere decisivo in un big match, come riuscì ad esserlo allo Stanford Bridge ad ottobre. Delle 12 reti messe a segno in carriera nella competizione europea più prestigiosa, però, nemmeno una è arrivata oltre la fase a gironi: 4 col Wolfsburg contro United, Besiktas e Cska Mosca; 3 col City contro Real e Plzen e 5 con la Roma contro Leverkusen, Barça, Qarabag e Chelsea (doppietta).
Va detto, però, che Edin ha giocato solo 5 ottavi di finale, mentre sono 43 le presenze complessive in Champions. Un bagaglio che lo pone al secondo posto della rosa dietro De Rossi (a quota 53). Dzeko quindi cerca il gol nella gelida Charkiv (previsti -10°) per aiutare la Roma a trovare i quarti di Champions. Un obiettivo fin qui mai centrato dalla gestione americana e che potrebbe portare nelle casse di Trigoria un tesoro: con i giallorossi ai quarti e Juve eliminata, l’incasso complessivo salirebbe a 72,9 milioni, a cui andrebbero aggiunti gli extra in caso di vittoria (1,5) o pareggio (500 mila). «Ma abbiamo il 50% di possibilità di passare – frena Di Francesco intervistato dal sito dell’Uefa – perché lo Shakhtar è un’ottima formazione e ha già eliminato il Napoli. Ce la giocheremo alla pari. Nel calcio l’autostima va e viene, perciò speriamo di dare anche in questo caso grande continuità legandoci ai risultati». L’unico dubbio di formazione è quello tra Under e Gerson, ma il turco sembra in pole. «In questo momento ha la spigliatezza, la capacità, l’esuberanza di trasformare ciò che gli chiedo in qualcosa di importante. Non deve mollare», ha concluso Eusebio.