Il gol di Dzeko, più di rabbia che di tecnica. E quello di Florenzi, il primo dopo i due infortuni, fatto più di cuore che di altro. Era il primo ottobre, quasi cinque mesi fa, quando la Roma vinceva 2-0 in casa del Milan di Montella e sembrava avviata a una stagione di lotta con le prime della classe. Era la sera in cui Dzeko trascinava la squadra con il ghigno che non sempre ha avuto in due anni e mezzo a Trigoria, ed era la sera in cui Florenzi tornava a sentirsi giocatore vero a tutti gli effetti, con Di Francesco che aveva gli occhi che brillavano e si coccolava i suoi campioni. Dall’inizio dell’autunno alla fine dell’inverno, se non tutto, tanto è cambiato: la Roma non è (più) in lotta con le prime, Dzeko è più nervoso che arrabbiato e Florenzi è stanco, debilitato e deve ancora rinnovare il contratto in scadenza tra meno di diciotto mesi.
QUI EDIN – Dal Milan al Milan, per Dzeko parlano i numeri: a San Siro segnò il settimo gol di fila in campionato, da quel momento ne ha realizzati soltanto 4 in 19 partite di A, tutte disputate per intero, tranne tre. È stanco, probabilmente il nervosismo del mese di gennaio lo ha ancora addosso ma, nonostante lo splendido assist per Ünder di mercoledì sera, gli errori davanti al portiere avversario pesano a lui e pesano anche ai tifosi, che iniziano a chiedere con insistenza un turno di riposo. Magari pure due, anche se sembra difficile che Di Francesco rinunci a un giocatore così prezioso per la squadra, anche quando non segna, contro Milan e Napoli.
QUI ALESSANDRO – Stesso discorso per quanto riguarda Florenzi. Ieri a Trigoria si è allenato, l’influenza che lo tormenta da martedì sembra in via di miglioramento e anche se persino uno come lui paga i tanti impegni (da San Siro ad oggi ne ha saltata una sola in campionato e negli ultimi due mesi gli sono stati risparmiati solo pochi minuti contro l’Atalanta) significa che la mancanza di alternative a destra si fa sentire. Karsdorp è infortunato, Peres – salvataggio contro lo Shakhtar a parte –, è stato impiegato col contagocce e quindi, se starà bene, domani potrebbe toccare di nuovo all’ex capitano della Primavera. Che gioca e intanto aspetta il nuovo contratto: dei big, a parte De Rossi che però fa storia a sé, è l’unico con l’accordo in scadenza nel 2019. La firma adesso è in stand-by, mentre qualche mese fa sembrava più vicina. Anche questo è cambiato, rispetto a quel Milan-Roma di un girone fa.