Sembra, e sottolineiamo sembra, che le scorie del gennaio tribolato non siano ancora state smaltite. Prima il video alcolico di Capodanno, che gli è costato una multa di circa 100.000 euro e l’esclusione dalla partita con l’Atalanta, poi le indiscrezioni su una partenza in direzione Cina che si sono fermate davanti al problema principale di ogni transazione economica: i soldi. Nainggolan, che ama più le transizioni in campo delle transazioni fuori, può aver pagato inconsciamente il turbine di emozioni che l’hanno travolto in pochi giorni. Ma non basta a spiegare il suo rendimento insoddisfacente. Si trattasse di un calciatore normale, il suo contributo sarebbe financo apprezzabile. Ma siccome Nainggolan è molto di più, non può meritare il plauso di chi lo osserva.
AMORE – Anche lui, non solo lui, si gioca la Roma nei prossimi tre mesi. Ha scelto di restare nonostante le offerte mostruose del Chelsea perché ha privilegiato la felicità di vivere e di lavorare in un posto che sentiva “suo” ma con questa mezza stagione un po’ così si è svalutato. E di sicuro l’episodio di Capodanno non ha giovato alla sua immagine internazionale, argomento assai caro al presidente Pallotta. A maggio, a ridosso della fine del campionato compirà 30 anni, e farà il punto della situazione con i dirigenti, in particolare Monchi con il quale ha stabilito da subito un ottimo rapporto. Se ci fossero le condizioni, Nainggolan non vorrebbe andarsene perché «cambiare città e magari Paese alla mia età non mi intriga più di tanto».
STIMA – Ma un’eccezione potrebbe essere Spalletti, se dovesse rimanere all’Inter: pochi giorni fa nell’intervista al nostro giornale lo ha definito «un alieno di un’altra pasta», complimento incassato con grande piacere. Già l’estate scorsa Spalletti e Sabatini avevano provato a sondare il terreno con il procuratore scontrandosi con la volontà del giocatore e con la fermezza della Roma decisa a trattenere Nainggolan: non a caso Monchi gli fece firmare il rinnovo del contratto a Boston, durante la tournée estiva, sopra a una tovaglia nerazzurra. Beh, a distanza di pochi mesi le percezioni e le condizioni potrebbero essere diverse. Ma non date per scontata la separazione prima del tempo: i ninja erano guerrieri impavidi nel Giappone feudale. In ossequio al soprannome, Nainggolan proverà fino all’ultimo a difendere il territorio chiamato Roma.