Il sorriso e la bellezza, lo sfottò e le emozioni: 250 gol in Serie A di Francesco Totti, 250 reti in 22 anni, 250 regali a tutti i tifosi della Roma. In attesa di provare a farne uno ancora più grande di regalo, quello con i compagni di squadra, magari a fine stagione, e in attesa di soffiare stasera sulle candeline esprimendo il desiderio, per Totti e i romanisti è tempo di riavvolgere l’album dei ricordi giallorossi e di una vita.
PREDESTINATO – Dai tempi di Viola, quando era ancora un ragazzino, sfiorando Ciarrapico e incontrando Franco e Rosella Sensi, Cappelli, Di Benedetto e Pallotta, la storia dei gol in Totti con la Roma è soprattutto la vita di un ragazzo che veniva trattato da predestinato, poi da figlioccio, poi semplicemente da capitano. Tutti hanno sempre speso belle parole per il Totti uomo. Pallotta magari non sempre ha avuto un rapporto idilliaco con il Totti calciatore, ma la forza di Francesco, con le sue reti e le sue giocate, è stata anche – e soprattutto – il campo. Duecentocinquanta volte, solo in campionato.
I PIÙ BELLI – Impossibile, allora, fare un elenco di 22 anni di emozioni, nel giorno dei suoi 40 anni. In tempi più o meno recenti ha detto: «Le mie reti più belle? Il pallonetto contro l’Inter, il gol al volo alla Samp, il pallonetto nel derby. Anche se il più importante di tutti (e di Totti, ndr ) è stato quello dello scudetto». Destro o sinistro, con la placca o senza, Francesco ha sempre scelto queste reti come le sue preferite. Due fuori casa, in due stadi che adora tanto quanto il contatto col pubblico . Ecco quindi perché San Siro , Marassi, e quei due all’Olimpico, certamente non banali: il pallonetto al suo amico Peruzzi il 10 marzo 2002, con dedica alla futura moglie Ilary («6 Unica», c’era scritto sulla maglia), 14 anni esatti prima della nascita di Isabel, e la rete contro il Parma il 17 giugno 2001, una data impossibile da dimenticare. Almeno finché non ce ne sarà un’altra, se tempo, spazio, compagni e società gliene daranno la possibilità.
LO SFOTTÒ – La favola dei 250 gol di Totti è anche la favola di cadute e risalite, di espulsioni, di momenti in cui scappare lontano da Roma sarebbe stato più semplice e redditizio – per soldi e trofei –, ma è anche la storia di un ragazzo che non ha mai voluto perdere il senso dell’umorismo. Dal «Vi ho purgato ancora» al selfie sotto la Sud, la Lazio è sempre stata il suo bersaglio preferito. Ma anche con Juventus e Inter il rapporto è stato movimentato. L’immagine simbolo è il 4 fatto con la mano a Tudor, ancora oggi virale: «Stai zitto, ne hai presi 4, vai a casa». Era l’8 febbraio 2004, segnò lui, segnarono anche Cassano (doppietta) e Dacourt, in una notte indimenticabile per ogni romanista, che raramente aveva visto la sua squadra umiliare così i soliti rivali bianconeri. L’hashtag della giornata di oggi sarà #4×10 e sicuramente ritornerà di moda la foto di quella notte, quel «4» nato sfottò e diventato leggenda. A maggior ragione adesso, 12 anni dopo, che Totti ha la stessa voglia di divertirsi e far divertire.