Totti conferma Di Francesco. Fa un certo effetto che sia l’ex numero 10 ad esporsi pubblicamente sul futuro del tecnico giallorosso, mentre gli altri dirigenti né prima né dopo il Milan hanno parlato davanti ai microfoni. Un silenzio che non cela dubbi, anzi, a Trigoria non credono sia un tema da trattare, semplicemente perché non hanno in mente stravolgimenti in panchina, almeno per ora, e non ritengono l’allenatore il principale responsabile del crollo della squadra. Tanto che Totti parla al plurale, con quel «noi» che equivale alla posizione della Roma tutta. I risultati faranno il resto, intanto Francesco da Montecarlo, dove è stato premiato ai Laureus Sport Awards, blinda Di Francesco: «Crediamo fortemente in lui e lo sosterremo fino alla fine, è un punto fermo della Roma. Non sono preoccupato perché ho fiducia nel mister, ce l’abbiamo tutti e gli siamo vicini. Monchi è andato da Pallotta per parlare di altro. Speravo che tutte queste difficoltà non ci fossero, ma ci rialzeremo. Nell’arco di una stagione gli alti e bassi possono esserci, però sono sicuro che ci risolleveremo e faremo un grande finale di stagione». Di recente ha confessato che dalla tribuna gli viene voglia di scendere in campo per dare una mano, qualche tifoso lo ha implorato di tornare ai vecchi tempi, ma Totti è convinto che la Roma riuscirà a risolvere il blocco sotto porta anche senza di lui: «Il problema del gol sparirà, basta restare uniti e avere un unico obiettivo. Le voci di crisi non ci interessano, le chiacchiere lasciamole fuori da Trigoria: società, squadra e allenatore sono uniti. In questa piazza quando ci sono delle difficoltà tutto diventa più difficile, ma la situazione non è critica: avevamo vinto tre partite di fila in campionato, poi c’è stato il piccolo passo falso in Europa e la sconfitta col Milan».
Dzeko è stato capocannoniere nel suo ultimo anno da calciatore e il dualismo tra loro è stato un tema di discussione molto acceso con Spalletti in panchina: «Dell’allenatore di prima non parlo più. Per me è un capitolo chiuso, ma spero vinca il derby domenica perché è più forte del Milan. Penso a Eusebio che farà grande questa squadra. Edin, invece, saprà riprendersi la scena: ci sta un momento di flessione, ma lui i gol li ha sempre fatti». L’ex capitano preferisce non mettersi nei panni di Di Francesco, anche se negli spogliatoi ogni tanto gli «ruba» la lavagna: «Allenare la Roma in caso di necessità? No, ho altre cose a cui pensare. Gattuso dopo la partita mi ha detto di lasciar perdere. Penso di restare nel settore tecnico, forse come Dt». L’agognato scudetto proverà a vincerlo da dirigente, magari, ma per quest’anno nella lotta a due in testa al campionato fa il tifo per la prossima rivale dei giallorossi: «Dico Napoli, sennò la Juventus è monotona. Ogni vent’anni è giusto che vinca un altro». La Champions, invece, spera di tenersela stretta: «Abbiamo tutte le carte in regola per conquistare la qualificazione». All’amico Buffon un consiglio a cuore aperto: «È giusto che giocatori del suo calibro continuino, anche se appena sbagli ti dicono che sei finito. Io ho avuto paura di lasciare la mia vita, ma mi sto ambientando».