Il commissario ha avuto una brillante intuizione, candidare Gaetano Miccichè alla presidenza della Lega serie A, ma metodi operativi considerati troppo accentratori. Il giorno dopo l’insediamento di Malagò in via Rosellini, serpeggia fra i presidenti più stupore che consenso. Se da un lato c’è chi plaude alla volontà del presidente del Coni di arrivare in tempi rapidi a una soluzione degli atavici problemi della Lega (rinnovo della governance e adeguamento dello statuto ai principi informatori del Coni), dall’altro non manca chi è attonito per la disinvolta conduzione dell’incontro.
Al primo rendez vous ha più consigliato che espresso i nomi per la governance, rendendoli pubblici a sessione conclusa. Se su Gaetano Miccichè — il presidente Banca Imi oltre che membro del Cda Rcs non ha ancora sciolto le riserve — nessuno ha avuto nulla da eccepire (ravvisate alcune incompatibilità di una sua eventuale nomina con l’attuale statuto della Lega, ma sarebbero facilmente superabili) è sul futuro ad che il dibattito è ampio e controverso. Poiché Tebas è sfumato e a De Siervo Malagò ha consigliato di non candidarsi per il conflitto d’interessi che si creerebbe vista la sua posizione di ad dell’advisor Infront, sul tavolo è rimasto il nome di Sami Kahale di Procter and Gamble. Figura che non raccoglie sufficienti consensi sia perché a molti non sembra razionale sceglie- re per forza l’unico manager superstite della selezione di Egon Zehnder, sia perché non ha competenze di calcio e diritti tv.
La soluzione Tebas pareva alla maggioranza delle società l’opzione più funzionale: un’occasione persa per competenza e personalità il mancato ingaggio del manager spagnolo che è rimasto in Liga. Sono emerse manovre ostruzionistiche di alcuni club di serie A anti Tebas: sarebbero partite telefonate verso società spagnole che hanno creato tensioni e ovviamente problemi all’arrivo in Italia del manager spagnolo.
Ecco perché ora Malagò si impegnerà a individuare due nuovi candidati da sottoporre al vaglio dei presidenti che si rivedranno il giorno dopo le elezioni politiche per una nuova riunione informale. «Vediamo se il 19 riusciremo a fare una vera assemblea» ha detto il presidente del Coni. Di certo chi gli aveva garantito un’apertura di credito favorendone l’ingresso in Lega, ora si sente tradito per l’eccessivo decisionismo mostrato (indicando per esempio anche Letizia Moratti come consigliere indipendente). «La riunione di martedì è stata un’esperienza positiva per tutti» dice Malagò tirando dritto e annunciando incontri one to one con ogni club. «A parte Lotito e Ferrero c’erano tutti i presidenti, è un record per queste riunioni. Con Micciché ho parlato, presto ci incontreremo». Ma la strada non è in discesa: buon lavoro, commissario.