Le differenze girano la testa tutte dalla stessa parte: Maurizio Sarri ha 10 anni, 13 squadre e 19 punti in più di Eusebio Di Francesco. Eppure il loro bilancio da allenatori a livello di Serie A e Serie B è in perfetta parità su tutto: 3 vittorie per ciascuno e 3 pareggi. Del primo incrocio in C1 parliamo a parte, lo vinse Sarri, ma era tutto un altro mondo. Confronto equilibrato dunque al di là di ogni ragionevole dubbio? Lo vedremo domani quando il Napoli che punta allo scudetto e la Roma che spera in un posto Champions League si troveranno uno di fronte all’altra al San Paolo: di sicuro Sarri non ha mai battuto la Roma in casa e contro Di Francesco, all’epoca guida del Sassuolo, ha perso la partita del debutto con il Napoli, il 23 agosto del 2015 (1-2).
STRATEGHI – Sono persone e allenatori diversi, al di là dei momenti delle rispettive squadre. Lo è anche il curriculum. Mentre Di Francesco, calciatore affermato, vinceva lo scudetto con la Roma, Sarri vinceva un campionato di Eccellenza allenando quasi per hobby: era il 2000/01. E’ proprio nel Sansovino, squadra toscana condotta in tre anni no alla C2, che Sarri si sarebbe guadagnato il soprannome di Mister 33, quanti erano gli schemi che teorizzava. Da lì in poi al ruolo di impiegato di banca non ha pensato più. Di Francesco invece si è avvicinato alla panchina passando per altre attività: team manager, dirigente, perfino imprenditore in uno stabilimento balneare a Pescara. Entrambi però sono arrivati al successo per gradi. Persino troppo lentamente Sarri, che ha conosciuto la Serie A nell’Empoli a 55 anni, dopo 5 esoneri e 5 promozioni, salvo poi bruciare le tappe a Napoli.
CONFRONTO – Qualche delusione ha vissuto anche Di Francesco nel suo decennio in panchina: tre esoneri, a cui però vanno aggiunte due promozioni, una dalla C1 alla B nel Pescara e una dalla B alla A nell’affascinante laboratorio Sassuolo. In comune i due hanno la mentalità offensiva e la cultura del lavoro: insegnano calcio, più che gestire i calciatori, acquisendo carisma attraverso la ripetitività degli allenamenti sul campo. Sarri è più avanti nel percorso, è un orefice che sta lustrando la sua gioia; Di Francesco vive ancora nella fase di creazione del prodotto, sicuro di raccoglierne i frutti dal prossimo anno. Non hanno ancora vinto niente, nemmeno una coppetta, ma è solo questione di tempo. Nel frattempo si sfideranno domani a colpi di 4-3-3, che è sempre un bel vedere: l’hanno imparato vivendo, cambiando, sperimentando. Per essere maestri bisogna prima andare a scuola.
Le differenze girano la testa tutte dalla stessa parte: Maurizio Sarri ha 10 anni, 13 squadre e 19 punti in più di Eusebio Di Francesco. Eppure il loro bilancio da allenatori a livello di Serie A e Serie B è in perfetta parità su tutto: 3 vittorie per ciascuno e 3 pareggi. Del primo incrocio in C1 parliamo a parte, lo vinse Sarri, ma era tutto un altro mondo. Confronto equilibrato dunque al di là di ogni ragionevole dubbio? Lo vedremo domani quando il Napoli che punta allo scudetto e la Roma che spera in un posto Champions League si troveranno uno di fronte all’altra al San Paolo: di sicuro Sarri non ha mai battuto la Roma in casa e contro Di Francesco, all’epoca guida del Sassuolo, ha perso la partita del debutto con il Napoli, il 23 agosto del 2015 (1-2).
STRATEGHI – Sono persone e allenatori diversi, al di là dei momenti delle rispettive squadre. Lo è anche il curriculum. Mentre Di Francesco, calciatore affermato, vinceva lo scudetto con la Roma, Sarri vinceva un campionato di Eccellenza allenando quasi per hobby: era il 2000/01. E’ proprio nel Sansovino, squadra toscana condotta in tre anni no alla C2, che Sarri si sarebbe guadagnato il soprannome di Mister 33, quanti erano gli schemi che teorizzava. Da lì in poi al ruolo di impiegato di banca non ha pensato più. Di Francesco invece si è avvicinato alla panchina passando per altre attività: team manager, dirigente, perfino imprenditore in uno stabilimento balneare a Pescara. Entrambi però sono arrivati al successo per gradi. Persino troppo lentamente Sarri, che ha conosciuto la Serie A nell’Empoli a 55 anni, dopo 5 esoneri e 5 promozioni, salvo poi bruciare le tappe a Napoli.
CONFRONTO – Qualche delusione ha vissuto anche Di Francesco nel suo decennio in panchina: tre esoneri, a cui però vanno aggiunte due promozioni, una dalla C1 alla B nel Pescara e una dalla B alla A nell’affascinante laboratorio Sassuolo. In comune i due hanno la mentalità offensiva e la cultura del lavoro: insegnano calcio, più che gestire i calciatori, acquisendo carisma attraverso la ripetitività degli allenamenti sul campo. Sarri è più avanti nel percorso, è un orefice che sta lustrando la sua gioia; Di Francesco vive ancora nella fase di creazione del prodotto, sicuro di raccoglierne i frutti dal prossimo anno. Non hanno ancora vinto niente, nemmeno una coppetta, ma è solo questione di tempo. Nel frattempo si sfideranno domani a colpi di 4-3-3, che è sempre un bel vedere: l’hanno imparato vivendo, cambiando, sperimentando. Per essere maestri bisogna prima andare a scuola.