D’accordo, non è il momento migliore. Per segnare e per sognare. Ma il curriculum è una garanzia e anche una speranza per la Roma. Edin Dzeko è uno che in Italia ha impallinato tutte le grandi: la Juventus, la Lazio, l’Inter, il Milan. E il Napoli, proprio il Napoli di Sarri, proprio al San Paolo. Storia di un anno e mezzo fa e di una straordinaria doppietta che allontanò la crisi tecnica. Domani Dzeko torna titolare dopo l’esclusione strategica di domenica scorsa con l’idea di riprovare il gusto della doppietta: l’ultima volta, in campionato, gli è successo sempre nella regione Campania, a Benevento. E se l’aria del Sud funzionasse come stimolo per ritrovare confidenza con le porte avversarie?
ASSISTITO – Una stagione fa il Napoli non era così superiore alla Roma: di sicuro non c’erano 19 punti di stacco, anzi soltanto uno a vantaggio di Sarri su Spalletti. In campo però, nonostante le tante assenze, la Roma meritò il sorpasso in classifica. Dzeko segnò prima di destro e poi di testa, aiutato dal caparbio estro di Salah che produsse un assist sradicando il pallone alle gambe di Koulibaly e poi chiuse il conto nel secondo tempo: finì 3-1 contro il pronostico ma confermando la tendenza che vuole Sarri in difficoltà nel suo stadio contro la Roma. Anche Garcia gli aveva imposto nel campionato precedente un pareggio (0-0) con tanti rimpianti per un gol negato a De Rossi quando non c’era ancora il Var: nessuno saprà mai se il cross decisivo di Rüdiger aveva davvero superato la linea di fondo. Ancora prima poi, ad Empoli, la Roma vinse grazie a uno sfortunato autogol del portiere Sepe, dopo un tiro di Nainggolan che era finito sul palo.
RIPARTIRE – Ma torniamo a Dzeko, il centravanti che Di Francesco ha chiesto di non vendere al Chelsea a gennaio: difeso da Totti nei giorni scorsi al motto di «tornerà a segnare i gol che ha sempre fatto», viene da una collezione autunno/inverno di frustrazioni: compresa la gara contro il Milan, a cui ha contribuito soltanto nell’ultima mezz’ora a seguito della discussa sostituzione di Di Francesco con Nainggolan, Dzeko ha prodotto soltanto 4 gol nelle ultime 24 partite. Immaginate un soprano che si esibisca all’opera senza voce. Ecco, per lui è stata afonia realizzativa. Rispetto allo scorso campionato, chiuso da capocannoniere con 29 gol, è a -8: i 19 gol si sono ridotti a 11 con conseguenze evidenti sulla pericolosità offensiva della squadra.
RISVEGLIO – Di Francesco si augura che il suo letargo sia finito con l’inizio di marzo, il mese della primavera e anche suo: Dzeko compirà 32 anni il 17, mentre la Roma sarà in viaggio verso Crotone. Ieri intanto, attraverso i social, ha festeggiato l’indipendenza del suo Paese, la Bosnia, il cui referendum di autodeterminazione ebbe luogo il primo marzo del 1992. Dzeko all’epoca si avviava ai sei anni, ancora inconsapevole degli orrori della guerra che avrebbero costretto la sua famiglia a scappare dopo mesi di bombardamenti. «Non è perfetta ma è bella. La mia terra è unica, amo il suo nome e sono orgoglioso di portarlo nel cuore» ha scritto Dzeko, che germoglia di passione e ha già pronta una dedica per i connazionali in caso di nuovo exploit al San Paolo.