Si chiude definitivamente la querelle fra il Municipio I Centro Storico e la AS Roma, chiamata in causa dagli uffici tecnici con l’accusa di aver violato le norme sul commercio per il negozio di via del Corso. La seconda sezione del Tar del Lazio, presieduta da Pietro Morabito, ha dato ragione alla Roma con la sentenza 2530 del 2018: il negozio non viola le norme sul commercio nel centro storico e tutti i provvedimenti emessi dal Municipio, tendenti a far chiudere lo store, sono illegittimi. La vicenda era iniziata fra ottobre e novembre 2016, quando i Vigili urbani si presentano nello store AS Roma di via del Corso e contestano una serie di irregolarità: l’accusa principale era che il negozio, presentato come commercio di vicinato, era troppo grande e violava le norme sulle dimensioni degli esercizi commerciali di questo tipo: al massimo 250 metri quadri.
Lettere, contestazioni, chiarimenti ma alla fine, a luglio 2017, il Municipio I decideva di disporre la chiusura del negozio. Ovviamente partono i ricorsi che, sin dall’inizio, si mettono male per il Comune: viene fuori che le dimensioni dell’intero locale (421 metri quadri) sono sì superiori a 250 consentiti per gli esercizi di vicinato nel centro storico, ma che il piano inferiore del negozio (90 mq) è adibito a museo e non a superficie di vendita. E al resto della metratura va sottratta quella dei locali per spogliatoi, servizi igienici, depositi. Alla fine, quindi, resta un negozio di 247 mq destinati alla vendita vera e propria, in regola con le disposizioni. Il Municipio, però, obietta: non sono consentiti «show room» nel Centro Storico, quindi il museo non si può aprire e non se ne fa menzione nelle le carte presentate. Controreplica della Roma: «Lo spazio museale dello Store, non è qualificabile come uno “show room” in quanto non preordinato alla esposizione e vendita di prodotti». Alla fine, Roma batte Municipio 2 a 0.