Avanti un’altra, si spera: il muro azzurro, angelo custode della sicurezza Roma, prova ad alzare ancora il limite. Nella fase a gironi Alisson Becker non ha mai preso gol. E tutti ricordiamo quanto sia stato decisivo contro l’Atletico, nella notte d’esordio, finita con la Sud a dedicargli un coro. In una partita da vincere teoricamente anche solo per 1-0, mantenere la porta chiusa sarebbe un’iniezione di speranza quasi decisiva per la qualificazione ai quarti anche se lo Shakhtar, pieno di brasiliani come lui, gioca un calcio molto offensivo e pericoloso.
SERIE – Ha appena festeggiato, è proprio il caso di dirlo, le cinquanta partite con la Roma addosso giocando una partita strepitosa. Contro il Torino, prima che entrassero in campo i suoi compagni costruendo una bella vittoria, ha salvato la palafitta del primo tempo con due parate molto complicate e un paio di uscite di testa fuori dall’area, da stopper più che da portiere. E adesso è arrivato a 19 partite senza prendere gol nelle due stagioni a Trigoria: significa, avete letto bene, che nel 40 per cento dei casi con lui in porta non si passa. Un colpo sensazionale di Walter Sabatini, a prescindere dall’eventuale plusvalenza: pagato 8 milioni, adesso vale almeno cinque volte tanto anche per la giovane età. A dispetto della personalità e dell’esperienza acquisite con 22 partite nella nazionale brasiliana (e qui non ha concesso gol 13 volte, quasi il 60 per cento del totale). Secondo il Cies, l’osservatorio del calcio internazionale a cui si appoggia la Fifa per le ricerche, Alisson è undicesimo nella classifica europea per crescita di valore di mercato in questa stagione: a settembre valeva 7,7, ora la sua quotazione è stimata intorno ai 42,5. Curiosità amara per la Roma: in testa a questo studio c’è Momo Salah, che ha quasi triplicato il valore (+74,7 milioni).
RISORSA – Se ne è accorto lo Shakhtar che nell’andata di Kharkiv ha vinto con lo scarto minimo perché ha trovato dall’altra parte un portiere molto difficile da superare. Prima e dopo la punizione vincente di Fred, che è stato suo compagno di squadra nell’Internacional di Porto Alegre, Alisson ha sbarrato la strada agli indemoniati avversari, trasformati dal pareggio di Facundo Ferreyra. Nel finale poi c’è stato il salvataggio di Bruno Peres. E chissà che a conti fatti non siano proprio i due brasiliani della Roma a determinare la qualificazione limitando i danni nella fase peggiore.
ALTALENA – Al resto dovrà provvedere la squadra all’Olimpico che ha offerto un supporto altalenante tra Serie A e Champions: mentre in Europa è stato un fortino inattaccabile, anche per squadre formidabili come il Chelsea, in campionato ha procurato spesso delusioni ad Alisson: 15 reti su 23 sono “capitate” dentro casa, dove non per caso sono arrivate sei delle nove sconfitte stagionali della Roma.
CONCENTRAZIONE – Oggi però è uno di quei giorni in cui le statistiche devono lasciar posto a un presente eccitante e possibilmente a un futuro radioso. Ed è inutile che Di Francesco chieda qualcosa di diverso al suo portiere, che già l’ha abituato a un rendimento straordinario. «All’inizio i nostri avversari non tiravano mai in porta – ha scherzato l’allenatore dopo Roma-Torino – ho fatto in modo che venisse valorizzato, altrimenti non si sarebbe impegnato abbastanza». Battute a parte, per eliminare lo Shakhtar servirà una perfetta partita difensiva. Ma affrontarla con il muro azzurro a sorreggere la squadra è più rassicurante.