Perché lo Zenit?
“La Roma aveva bisogno di denaro (23 milioni di euro, ndr), ma ha subito posto il veto a una cessione in Italia. Volevano soltanto l’estero per non rinforzare le rivali. Si è presentata l’occasione Zenit e non ho avuto dubbi nell’accettare. Ho sempre apprezzato la loro grande volontà di avermi. Per un calciatore questo è importantissimo”.
Segue ancora la Serie A? “Certo. La lotta per il titolo è un discorso a due, mentre dietro c’è bagarre per la Champions”.
L’obiettivo della «sua» Roma che un po’ zoppica e che si è ripresa… “Sì, gli ultimi risultati non sono stati tutti positivi purtroppo, ma sia in campionato che in Champions League è tutto in gioco. La squadra è forte e si riprenderà ancora di più, ha le qualità per ribaltare il 2-1 subito in casa dello Shakhtar in Europa”.
Progetti per il futuro? “Penso soltanto al presente. Sono giovane e devo crescere ancora tantissimo. Voglio migliorare e spero di farlo con la maglia dello Zenit. Sto bene qui, vorrei continuare”.
Nessuna nostalgia dell’Italia? “Ma certo, sento la mancanza del vostro Paese. Sarebbe strano il contrario, semmai. Lì ho passato tre anni decisivi e sono cresciuto in un calcio tanto importante. Torno spesso a Roma e sento ancora i miei ex compagni, ma allo Zenit sto bene. Come detto, vorrei rimanere”.