Il DS Monchi ha nuovamente rilasciato un’intervista per commentare il passaggio ai quarti di finale della Champions League.
Che rapporto ha con la critica? “Non è facile trovare soluzioni, penso che dobbiamo capire e imparare a gestire meglio il successo e amministrare meglio la sconfitta. Questo è il primo problema che abbiamo a Roma, appena iniziamo a vincere siamo i campioni e appena c’è una sconfitta ci abbattiamo. Dobbiamo trovare equilibrio, la serata dell’altra notte è stata importante, ma dobbiamo continuare, non dobbiamo fermarci a una sola vittoria o una sola sconfitta. Siamo su questa strada, ma non è facile cambiare. Questo è il primo problema che abbiamo, state parlando con uno che era un portiere che è dovuto uscire dallo stadio con i tifosi che lo volevano picchiare (ride ndr). Era in aprile, una domenica di Pasqua, abbiamo giocato a Siviglia e tre mesi dopo siamo stati promossi. Se la squadra non vince è normale che arrivano le critiche e viceversa, devi essere preparato a questo, è la normalità. Bisogna sempre pensare alla prossima partita, nel calcio non c’è passato o futuro, c’è solo presente”.
E’ importante riconoscere gli errori? “Io ho fatto tanti errori, ma ho avuto la capacità di aver giocato male. Mettiamo l’esempio di Moreno, ero convinto che potesse essere un giocatore della Roma, ma per tanti versi non è andato bene. Me ne sono accorto e mi sono fermato, meglio fermarsi che continuare nell’errore. Questo ho imparato, quando ho fatto qualcosa contro la mia forma di lavoro ho sbagliato”.
Era più forte lei o Alisson? “È impressionante, lui trasmette tanta tranquillità, serenità e equilibrio, per un portiere è importante. Quando giocavo i compagni dicevano: “dobbiamo fare un gol perché gioca Monchi” (ride ndr). E’ fortissimo, ho avuto la possibilità di lavorare a Siviglia con Garcìa e credo che Alisson sia migliorato molto per il lavoro che fa quotidianamente”.