Gli Azzurri proveranno a tenere alto il prestigio che la storia in un recente passato ci aveva assegnato, con due sfide di innegabile fascino. Amichevoli di spessore, ma modesto interesse pratico: è quanto resta a Gigi Di Biagio, nuovo gestore delle limitate risorse calcistiche italiane. Prima di affrontare a Londra i padroni di casa inglesi, gli Azzurri cominceranno dalla gara di Manchester, che ripropone uno storico confronto tra l’Italia e l’Argentina. Un’avversaria che, a pochi mesi dalla scomparsa di Vicini, non evoca sensazioni gradevoli.
Quella eliminazione sofferta al San Paolo di Napoli in una sfortunatissima semifinale resterà per sempre nell’album dei cattivi ricordi. Più piacevoli quelli lasciati qualche anno prima, quando Gentile sterilizzava gli estri di Maradona con una guardia feroce e quando l’Italia non era guardata come una delle favorite per un titolo mondiale che sarebbe arrivato tra gli occhi stupiti di tutto il mondo. La sfida di stasera non ha significati particolari se non l’occasione di rivedere la Nazionale, che si è ritagliata con le sue mani un posto in tribuna per l’avventura mondiale dalla quale ci hanno estromesso i soliti dispettosi scandinavi. Visto che siamo fuori dalla più popolare delle competizioni, queste partite amichevoli serviranno a Gigi Di Biagio per guadagnare un po’ di autorità con vista sul futuro. Il fresco gestore dovrà convincere i vertici del nostro calcio di essere idoneo a un così alto incarico. L’obiettivo è condurre la Nazionale verso posizioni meno avvilenti, ma per Di Biagio non sarà facile offuscare il fascino di allenatori che possono vantare un blasone ben più consistente e che ambiscono a sedere su quella stessa panchina.
Porta in dote, il tecnico romano, un bottino non ricco alla guida dell’Under 21, il cui declino ha preceduto il depauperamento tecnico e organizzativo di cui è rimasto vittima inerte tutto il nostro calcio, fino alle drammatiche conseguenze patite nel recente passato