Per una volta, gli impegni delle nazionali restituiscono ad Eusebio Di Francesco un calciatore rigenerato. Si tratta di Patrik Schick, comparsa (finora) in giallorosso, ma protagonista nella vittoria per 4-1 della Repubblica Ceca contro la Cina: un gol (che in nazionale mancava dal 27 maggio 2016) e un assist entrando dalla panchina, dopo il palo colpito contro l’Uruguay. Una condizione, quella del subentrato, che potrebbe ripetersi anche con la Roma in questo finale di stagione.
Al centro dell’attacco, infatti, Edin Dzeko è inamovibile, ma Schick soprattutto alla vigilia delle gare di Champions, potrebbe consentirgli di tirare un po’ il fiato. Il suo sogno, però, è quello di giocare insieme al bosniaco, con cui ha legato tantissimo. «Mi piace giocare in un attacco a due, si adatta alle mie caratteristiche». Parlava della sua nazionale, ma il suo messaggio è valido anche per Eusebio Di Francesco, che però ha già detto e ripetuto che non intende cambiare rispetto al 4-3-3.
È in questa situazione tattica che Schick dovrà ritagliarsi un posto, di certo torna a Roma con il morale più alto rispetto a quando è partito. «Non voglio sopravvalutare questa rete in amichevole, o parlarne troppo, devo ancora crescere tanto. Ma anche se tornerò a Roma dopo un viaggio di dodici ore mi piacerebbe giocare, come tutti, o comunque essere candidato per una maglia».
Anche perché la gara con il Bologna, sabato alle 12.30, non si può in alcun modo sottovalutare. Ne è consapevole Di Francesco, presente ieri a Coverciano alla premiazione della «Panchina d’oro», finita a Massimiliano Allegri. «Dobbiamo pensare al Bologna – le sue parole – perché c’è da mantenere il terzo posto. Avremmo potuto fare meglio, c’è stato un periodo difficile, dove abbiamo ottenuto pochi punti, ma ho sempre detto che Juventus e Napoli hanno qualcosa più di noi. Il Barcellona? Una partita che deve darci solo soddisfazione. I tifosi mi dicono: “Daje, ce la famo”».