Barcellona, poi Barcellona e ancora Barcellona: in cima ai pensieri di tutti ci sono Messi e compagni, forse troppo presto, e allora Eusebio Di Francesco ci si mette d’impegno per spostare le attenzioni in ordine di priorità. Anche ieri a Coverciano, appunto, per la premiazione del miglior allenatore 2017 in base alle preferenze degli stessi tecnici. «Io ho votato per Gasperini – ha dichiarato – perché pensavo meritasse la Panchina d’oro per le cose straordinarie con l’Atalanta, invece ha vinto ugualmente uno (Allegri, ndr) che sta facendo benissimo con grande continuità». Secondo tentativo: il Bologna bussa alla porta. «Partita fondamentale per mantenere il terzo posto. Con quattro punti sull’Inter e cinque sulla Lazio non abbiamo alcuna garanzia, considerando che i nerazzurri hanno una partita in meno e che ci aspetta lo scontro diretto con i biancocelesti». Fine dei tentativi: irrompe il Barcellona. «Ritengo che saranno bellissime sfide. Noi siamo soddisfatti e contenti già di esserci, ma non andremo a fare una passeggiata. Viceversa, dovremo avere l’atteggiamento giusto: quindi, grandissimo rispetto e non paura. I nostri tifosi mi dicono “Daje che ce la famo” e questo è lo slogan principale. Il Barcellona è la squadra più forte al mondo e ha i calciatori più forti, però noi abbiamo il desiderio di fare bene sia fuori casa che all’Olimpico». Che sarà pienissimo. «Abbiamo avuto il merito di aver creato le aspettative per una partita così prestigiosa in cui i nostri tifosi ci potranno dare tantissimo».
IDENTITA’ DI SQUADRA – Di Francesco esclude che la Roma faccia la gara che fece l’Inter di Mourinho, ancorché lo stesso esito sarebbe un trionfo. «Non credo di avere l’idea tattica di affrontare il Barcellona in quel modo. L’essenziale è non perdere la nostra identità sapendo che davanti abbiamo una squadra che, con la sua qualità nel palleggio, ci potrebbe “abbassare”, ma il pensiero che devo trasmettere ai ragazzi è di cercare di non fare una gara d’attesa e, anzi, appena possibile di presentarsi nella metà campo avversaria». E Messi come si ferma? «Semmai sul campo, non a chiacchiere». Intanto la Roma è terza in campionato e ai quarti di Champions. «Senza guardare indietro, dico che avremmo potuto fare meglio in campionato però continuo a pensare che Juventus e Napoli abbiano qualcosa più di noi. Terzo posto come uno scudetto? No. Ma sarebbe un risultato importante per mantenere la Champions. Al tempo stesso, lo scorso anno la Roma non è andata avanti in Champions e quindi questo è già un passo in avanti. L’unica cosa che ripeto alla squadra e all’ambiente è: non accontentiamoci».
BRAVO ÜNDER – Il tecnico giallorosso spende parole al miele per Under. «L’esplosione è frutto dei suoi mezzi, dovevamo soltanto trovare il modo di farglieli esprimere. E’ un ragazzo con grandi margini di miglioramento e mi auguro che il problema fisico avuto con la Nazionale non sia niente di grave».
AFFARI NOSTRI – Il passaggio finale sulla Roma è una… missiva rispedita al mittente quando gli suggeriscono che Szczesny ha “invitato” Florenzi a scegliere la Juventus come passo ideale per diventare più forte. «Non ho sentito quello che ha detto Szczesny e non mi interessa. Noi ci teniamo stretto Florenzi. Parlare di mercato adesso non è proprio il caso».
PANCHINA AZZURRA – Chiusura sulla Nazionale. «Allenare gli azzurri non è semplice in questo momento storico. Il prossimo commissario tecnico? E’ inutile fare nomi. Dico solo che tutti i candidati si stanno giocando possibilità importanti, dipenderà da chi si libererà. Credo che in Federcalcio debba arrivare un allenatore con esperienza».