Stefano Okaka di memorie tinte di giallorosse ne ha accumulate molte negli anni. E benché da due stagioni vesta la maglia del Watford (…) gli anni nella Capitale sembrano suscitare ancora emozioni.
Esattamente due anni fa hai giocato la tua ultima partita in Nazionale, con la Germania. “Sì, mi ricordo quella gara. Perdemmo 4-1, io entrai a partita in corso e feci l’assist per il gol di El Shaarawy“.
Allenatore di quel gruppo era Antonio Conte. De Rossi si è detto ‘folgorato’ dall’ex ct azzurro. È proprio così bravo? “Sì, Conte ha un talento naturale. Riesce a farti fare cose in allenamento che poi in partita vengono in automatico. Poi nei rapporti dà importanza a tutti. Riesce a formare un gruppo che combatte l’uno per l’altro”.
Dopo la mancata qualificazione al Mondiale, si riparte cercando un nuovo ct. Tra i candidati c’è anche Claudio Ranieri, che è stato tuo allenatore nella stagione 2009/10. “Ho bellissimi ricordi (…)La mia ultima partita fu quella con il Siena. Andai via perché era già stato tutto deciso”.
Però facesti un gol importantissimo. “Segnai di tacco, fu un’emozione pazzesca (…)”.
Il tuo ultimo allenatore nella Roma è stato Luis Enrique. Ti aspettavi che potesse vincere tutto con il Barcellona? “Sì, era un grande allenatore. Con personalità e idee.(…) Alla fine ha vinto quel che meritava”.
Barcellona che sarà anche il prossimo avversario della Roma in Champions League. “Col Barcellona è una sfida complicata, ma nel calcio non si sa mai. Se ne sentono tante, ma la partita non è ancora cominciata. Il resto sono solo chiacchiere. Aspettiamo le due gare e poi vedremo”.
Più difficile senza Totti, che ora è dirigente. Il ruolo giusto per Francesco? “Totti è una leggenda. La sua presenza dà una visibilità mondiale al club. Questo è un aspetto fondamentale anche per il business”.
Ti piace Eusebio Di Francesco? “Sì, mi piace molto. Tutti ne parlano benissimo, è un tecnico bravo in campo e anche nella gestione dei giocatori”.
Che dritte daresti a un giovane attaccante in difficoltà come Patrick Schick? “Ha colpi da fuoriclasse. Lo si vede da come tocca il pallone, da come si muove. È solo una questione di tempo. Lo dico tre volte: bisogna aspettarlo, aspettarlo e aspettarlo. Quando si prendono giocatori giovani, non abituati a un certo tipo di piazza, è normale che si debba avere pazienza. Questo è il percorso di un giovane. Alla fine arriveranno i risultati, ne sono sicuro”.
Chi ti ha aiutato a crescere come calciatore nella Roma? “Bruno Conti mi ha aiutato tantissimo quando ero un giovane. Ero come un figlio per lui. Lo ringrazierò per tutta la vita per come si è comportato in determinate situazioni. Veramente una persona fantastica”.