La DeLorean (macchina del tempo del film ‘Ritorno al futuro’) gli sta giocando brutti scherzi. Perché a dispetto dell’età, Totti continua ad essere il migliore calciatore a disposizione e a catalizzare di conseguenza le attenzioni dei media. Per Lucio sembra esser tornati indietro di 10 anni. Prova a far finta di nulla ma gli riesce in parte: «Non mi preoccupa la dipendenza da Francesco ma altre cose. Non si dà risalto ad altri calciatori, come ad esempio Iturbe, che con l’Astra ha conquistato una punizione importante. Si celebra solo Totti che, per molti di voi, in questa stagione doveva solo fare il tour degli stadi per l’addio». La memoria fa difetto a chiunque. Per una volta accade anche al tecnico. E così dimentica quando non più tardi di qualche mese fa lo paragonò ad un telecronista in pensione («Ci si chiede se può giocare dall’inizio ma si potrebbe proporre anche un sondaggio diverso: far commentare l’Europeo a Pizzul o Caressa?») oppure la prima riga del comunicato sul rinnovo esteso dal club: «È ufficiale,Totti indosserà la maglia della Roma per un’ultima stagione (…)».
Intanto oggi sembra difficile vederlo titolare: «Non dico se giocherà per non dare vantaggi. So che ci vuole equilibrio perché voi analizzate solo certi numeri ma ce ne sono anche altri. Posso solo dire che ora Francesco è dentro la squadra e fa tutte le cose che deve fare». Domanda lecita: prima no? Si tranquillizza quando può parlare di calcio: «L’Inter è forte, come noi, e prima o poi farà vedere tutto il suo valore. C’è da stare all’erta. E dobbiamo sfruttare tutte le occasioni, perché non ci ricapiteranno. Non conosco de Boer, ma mi sembra una persona seria». Poche indicazioni sulla formazione ma quanto basta («Dovremo avere velocità e tante idee») per supporre che Dzeko possa iniziare in panchina.