Giuseppe, cosa ti ha colpito di più ieri. Ti sei emozionato?
“Si, ho provato veramente tanta emozione e ho visto anche gente vicino a me che piangeva per la gioia e per la felicità. Titti abbiamo gioito soprattutto al fischio finale anche perchè venivano in mente vecchie partite dove la Roma, in qualche modo, negli ultimi minuti, aveva perso addirittura la qualificazione, ricordo Slavia Praga. Ma comunque ieri sera è stata fantastica sotto i punti di vista e chiaramente il minuto dove Messi stava calciando la punizione, subito dopo il gol di Dzeko, li sono stati credo un minuto di fischi assordanti che mi hanno impressionato. Effettivamente sono rimasto sbalordito da tutto”.
Si è visto il miglior De Rossi ieri? “Credo sia uscito al momento giusto. Veniva da critiche, da un momento particolare: l’autogol della gara d’andata. È stato bravo, è stato coraggioso. Ha fatto l’assist perfetto per il gol di Dzeko e poi si è preso la responsabilità dal dischetto. Vi assicuro che non è facile, lì il pallone pesa. Poi ha scaricato tutta la rabbia come fa sempre. Tutti hanno giocato bene, ma l’elogio va fatto all’allenatore. Ieri ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, una mossa che ha spiazzato il Barcellona”.
È stata un’attesa di 34 anni. Ci sono similitudini tra la Roma di oggi e quella di allora? “Quei giocatori all’epoca erano grandissimi campioni ed era una squadra costruita che aveva vinto lo scudetto. Quella di oggi si è ritrovata, è un outsider, la sorpresa della Champions. Ci sono tutti i presupposti per vederla in finale. Quella aveva maggior spessore nei singoli, questa mi ha dato una bella prova di unità, di gruppo”.
Vorrebbe la rivincita col Liverpool? “Subito, perché mi sembra la squadra meno attrezzata per arrivare in finale. Poi però capisco che la rivincita migliore sarebbe averla in finale”.
Sembra più una squadra da Champions che da campionato. Ed è strano per un club con un allenatore che non ha tantissima esperienza internazionale… “A volte è importante essere sfrontati, andare oltre i propri limiti. La Roma ha fatto questo, sia con il Chelsea che con lo Shakhtar. Con l’Atletico è stata intelligente, quando ha capito di non poterla vincere in casa ha pensato a non perderla. Quella partita è stata importante per il gruppo, ieri poi è stata l’apoteosi. L’aggressività portata da Di Francesco è rimasta la stessa anche con la difesa a 3 e ieri è stata la carta vincente”.
Ritrovare la concentrazione in vista del derby, dopo questa vittoria, non è facile… “È stato bravo ancora una volta Di Francesco a dire alla squadra di godersi il momento, ma di iniziare subito a pensare alla partita di domenica sera. È un impegno importante, la Lazio avrà un giorno in meno per riposare e questo potrebbe aiutare la Roma. Speriamo sarà un derby spettacolare”.
Lei dormiva prima del derby? “Assolutamente no. Passavamo con Bruno Conti tante nottate insieme, lui fumava tantissimo. Ecco perché gli son venute le righe (ride ndr)”.