Paura per Sir Alex Ferguson che resta in terapia intensiva dopo l’emorragia cerebrale accusata dal tecnico scozzese nella mattinata di sabato. Secondo le ricostruzioni dei media un’ambulanza è stata chiamata verso le 9 di mattina, quando Ferguson ha perso coscienza. Dopo l’iniziale ricovero presso il Macclesfield District Hospital, l’ex manager del Manchester è stato trasportato al Salford Royal, dove è stato operato. In serata lo United ha emesso un comunicato: “La procedura d’intervento è andata bene, ma Sir Alex dovrà osservare un periodo in terapia intensiva per ottimizzare il suo recupero. Si chiede a tutti il massimo rispetto della privacy”. Nonostante sia arrivata solo in serata la conferma sulle gravi condizioni di Ferguson, già nel pomeriggio erano circolate voci e indiscrezioni, alimentate dall’assenza in panchina del figlio Darren, in occasione della ultima partita stagionale del Dancaster, la squadra che allena, “per gravi motivi familiari”.
Anche un ex giocatore di Ferguson, Mark Hughes, oggi manager del Southampton, non si è detto stupito: “Avevo sentito qualche voce ma speravo non fossero vere. Gli auguro tutto il meglio”. L’ultima apparizione pubblica di Ferguson, 76 anni, risale alla scorsa domenica quando all’Old Trafford era sceso in campo per premiare un suo vecchio avversario, Arsene Wenger. La loro rivalità aveva infiammato il calcio inglese dagli anni ’90 alle prime stagioni del nuovo millennio. Per 26 anni di fila alla guida dei Red Devils, Ferguson si era ritirato nel 2013, dopo essere diventato il tecnico britannico più vincente di sempre. Dall’alto di un palmares senza eguagli: solo all’Old Trafford ha vinto 13 titoli di Premier League, due Champions League (1999 e 2008), due mondiali per club, cinque Fa Cup e quattro Coppe di Lega. Nato a Glasgow il 31 dicembre 1941, dopo una discreta carriera da attaccante (due anni con la maglia dei Rangers), nel 1974 decide di tentare l’avventura in panchina alla guida del St Mirren.
Un impegno part-time che alterna con la gestione di un pub. Nel 1978 la chiamata dell’Aberdeen rappresenta una svolta nella sua vita professionale: vince tre campionati scozzesi, ma soprattuto la Coppa delle Coppe nel 1983. Tre anni più tardi arriva viene scelto dallo United, in cerca di riscatto dopo un lungo periodo senza titoli. L’impatto di Ferguson non è immediato, anzi nonostante una Fa Cup vinta al terzo anno, rischia in più momenti l’esonero. Ma quando nel 1993 conquista finalmente il suo primo campionato, non si ferma più, guidando il sorpasso dello United per numero di trionfi domestiche (20 a 18). Da David Beckham a Cristiano Ronaldo, da Roy Keane a Ryan Giggs, Ferguson ha saputo vincere generazione dopo generazioni, bravo come pochi a sapersi rinnovare, restando sempre al passo coi tempi. Da quando nel 2013 aveva deciso di ritirarsi, ha continuato a seguire la sua ex squadra nel ruolo di ambasciatore, collaborando anche con la Uefa. Lo si era visto anche in tribuna ad Anfield, in occasione dell’andata della semifinale di Champions League tra i Reds e la Roma