Retrocessione in Serie B, maxi multa oppure permanenza in Serie A con la decurtazione di punti. Sono queste le varie ipotesi che potrebbero colpire Parma e Chievo martedì 17 luglio, in occasione dell’udienza presso il Tribunale Nazionale Federale della Federcalcio. La neopromossa società emiliana è accusata dalla Procura della Figc di illecito sportivo, quella veronese di plusvalenza fittizie.
Per il Chievo c’è l’accusa di plusvalenze fittizie La Società A.C.Chievo Verona “ribadisce con fermezza di sentirsi estranea alle contestazioni ricevute dalla Procura Federale della FIGC, avendo sempre agito nel pieno rispetto delle norme federali” e di “riporre massima fiducia nelle decisioni della magistratura sportiva e si riserva di agire in tutte le sedi competenti contro qualsiasi iniziativa che possa ledere l’immagine del club”.
Il Chievo è accusato dalla Procura federale di aver effettuato scambi di giocatori con il Cesena. A quanto pare, le due società si sarebbero scambiati trenta calciatori e da qui sarebbero generate plusvalenze fittizie per oltre 25 milioni di euro, stando all’accusa della Procura federale.
Per il Parma l’accusa è di tentato illecito sportivo Diversa l’accusa mossa dal Procuratore della Federcalcio Giuseppe Pecoraro nei confronti degli emiliani. Al centro della vicenda ci sarebbe l’attaccante Emanuele Calaiò accusato di aver violato l’articolo 7, commi 1 e 2 del Codice di giustizia sportiva. In particolare, quattro giorni prima dell’incontro del 19 maggio scorso valevole per la serie B tra Spezia (società nella quale ha giocato fino al 2016) e Parma, il giocatore avrebbe inviato alcuni messaggi tramite whatsapp a due colleghi avversari liguri, Filippo De Col e Claudio Terzi per un minor impegno agonistico. Il tutto, finalizzato alla promozione del Parma in serie A. Finì 2 a 0 per i gialloblù e automatica, grazie al pareggio tra Foggia e Frosinone, è stata la promozione nella massima serie del calcio italiano.