Nei giorni scorsi è stata presa una decisione inevitabile ma al tempo stesso epocale: bloccare il campionato. Come ha vissuto in quelle ore?
«Nessuno si sarebbe mai aspettato di dover affrontare un’emergenza così. Sono state ore convulse, ho sempre lavorato di concerto con le istituzioni, rappresentando ai club e al Consiglio Federale quelle che erano lc istanze del Governo. Non è stato facile».
Una scelta lungimirante e che ora stanno seguendo in tanti in Europa… «Nella riunione convocata dal presidente del Coni, Giovanni Malagò lunedì scorso con le altre Federazioni, sono stato tra i primi a prendere la parola proponendo lo stop in piena condivisione con il Governo italiano e preannunciando che il Consiglio straordinario già fissato per il giorno dopo avrebbe preso quella decisione».
A molti non è piaciuto il modo in cui si è tentennato e si è ritardata la sospensione. Soprattutto la brutta pagina legata a Juve-Inter e lo scambio di accuse tra Lega e il ministro Spadafora. Perché nessuno voleva assumersi la responsabilità? «La Figc si è assunta l’onere di far convergere tutti verso l’unica soluzione credibile. La prova di maturità e responsabilità del calcio italiano è sotto gli occhi di tutti».
Ci sono stati momenti di scontro con l’Aic? «Non parlerei di scontro, ognuno ha il diritto di rappresentare le proprie istanze ed i propri interessi. Di sicuro avrei preferito che queste valutazioni fossero state fatte all’interno della Figc e poi annunciate a mezzo stampa. Prima che di forma, è una questione di sostanza, perché insieme abbiamo dimostrato di saper trovare risposte valide».
La Uefa sta compiendo molti errori e solo ieri ha deciso di sospendere le coppe. Ma ancora tentenna sul resto: ha deciso di non decidere? Anche l’OMS si è schierato contro la scelta del presidente Ceferin… «La reale percezione di quello che sta accadendo ha faticato a varcare i confini del nostro Paese. Questa emergenza deve essere affrontata a livello europeo, non solo nel calcio. In ballo ci sono interessi enormi, ma la salute delle persone viene prima di tutto».
Quando si faranno gli europei? Rinviarli di un anno è la scelta giusta? «Aspettiamo la riunione di martedì e la proposta del Presidente Ceferin, abbiamo sostenuto per primi che il calendario internazionale dovesse subire una rivisitazione. Tenuto conto del livello avanzato delle competizioni di club, bisogna prima facilitare la conclusione dei campionati e delle coppe». (…)
II calcio professionistico è un mondo dove la maggior parte dei Presidenti mette soldi di tasca propria per poter far andar avanti questa macchina, come pensate di assisterli? «Risolta l’emergenza sanitaria, speriamo in tempi brevi, è giusto che ci si concentri sul trovare tutte le forme possibili per ripartire, non solo col calcio professionistico ma anche dilettantistico e giovanile. Senza le Società in Italia non c’è attività sportiva. Ci aspettiamo provvedimenti idonei perché il nostro è un settore fondamentale». Senza campionato il rischio è che le tv possano non pagare o ritardare il pagamento della quota restante «Il contratto con I broadcaster è pertinenza della Lega di Serie A, di certo se non dovessero ottemperare sarebbe un danno per tutto il calcio italiano». (…)
State lavorando per dare un vincitore nell’ipotesi peggiore che non si riesca a finire il campionato? «Nel Consiglio Federale di martedì abbiamo già iniziato a ragionare su tutti gli scenari possibili. Il nostro primo obiettivo, compatibilmente con la situazione generale del Paese, è concludere il campionato secondo programma, altrimenti ho avanzato tre scenari su cui discutere nell’immediato futuro. È bene chiarire una cosa: ho chiesto alle Leghe di discuterne al loro interno, ma è la Figc, esercitando le prerogative riconosciutele dallo Statuto, che prenderà una decisione definitiva».
La soluzione playoff sembra quella più gradita. Quante squadre verranno coinvolte? Ci spiega come l’ha pensata? «La proposta dei play off e dei play out è una mia vecchia idea che potrebbe tornare utile in questa particolare situazione, qualora avessimo poche date a disposizione. Il numero delle squadre partecipanti dipende dalla formula, più o meno lunga, che si vuole adottare. Di sicuro sarebbe un evento ricco di interesse per tutti, un finale elettrizzante per una stagione che rischia di essere mortificata da una fine anticipata». (…)
FONTE: Il Messaggero