Ciò che i finanzieri registrano nei tre mesi chiave del calciomercato, svela un mondo che travalica i confini penali per entrare nel campo dei possibili illeciti sportivi. È un «intero sistema che è malato» commentano i pm che presto invieranno tutti gli atti delle indagini alla procura federale della Figc, nella convinzione che siano emersi «numerosi profili» da far tremare numerose altre squadre, non solo la Juventus.
L’inchiesta penale ruota intorno a 282 milioni di plusvalenze in tre anni di bilanci Juve. Decisive per blindare le accuse, secondo gli inquirenti, restano le telefonate raccolte da luglio a settembre tra i dirigenti della squadra. Il commento più duro sul sistema che regola i rapporti finanziari nel mondo del calcio – «peggio c’è solo calciopoli» – arriva proprio dalle loro conversazioni ed è citato nella premessa dell’annotazione che la Guardia di finanza ha depositato come principale atto di indagine.
Ieri è stato sentito per tre ore come teste l’amministratore delegato della società bianconera, Maurizio Arrivabene, dai pm Mario Bendoni, Ciro Santoriello e Marco Gianoglio. Prima di lui era stata la volta di Federico Cherubini, oggi comparirà Paolo Morganti, poi toccherà a Stefano Bertola e Marco Re, entrambi ex dirigenti. Non sono stati fissati, invece, gli interrogatori del presidente Andrea Agnelli, di Pavel Nedved e di Fabio Paratici, considerato dagli inquirenti il principale artefice del sistema usato dalla Juventus per coprire i debiti milionari.
42 operazioni sospette, il dubbio che siano state falsificate fatture, pagamenti che non corrispondono alle operazioni concluse, mandati e commissioni fittizie agli agenti dei calciatori e una scrittura privata che tutti cercano, «la carta che teoricamente non deve esistere» sui rapporti tra la squadra e Cristiano Ronaldo.
FONTE: La Repubblica