Roberto Mancini è arrivato nel primo pomeriggio di ieri in una Firenze mai così livida e distratta. Nella serata di ieri il c.t. azzurro ha riunito il suo staff nel Centro tecnico federale per mettere a punto il programma di lavoro di questi giorni. I convocati si ritroveranno a Coverciano entro mezzogiorno e nel pomeriggio, alle 15.30, sosterranno la prima seduta in campo.
Domattina lezione tattica, video e didattica; dopo pranzo altro allenamento in campo, alla stessa ora (15.30). Venerdì mattina (10.30) ultime esercitazioni prima del ritorno ai club. Il 4-3-3 resta solidamente il modulo di riferimento, senza cali di passione. Anche se il mancato recupero di Spinazzola toglie all’idea l’allegria della prima parte dell’Europeo. Il progetto originario prevedeva un terzino destro più bloccato (Di Lorenzo), l’impostazione a tre e la spinta costante di Spina dalla mediana in su. Emerson Palmieri, molto meno irresistibile nell’uno contro uno, dovrà continuare a fare la controfigura, con Calabria in alternativa.
Fede assoluta anche nel doppio play e nel triangolo creativo di sinistra: Jorginho, Verratti, Insigne. Mancini non rinuncia all’anima della sua Italia, ma collauderà una mediana più vitaminica, meno palleggiata, da scatenare magari a partita in corso, per sostenere l’azione offensiva a spallate. “Per me Zaniolo è una mezz’ala d’attacco, non un esterno”, ha spiegato il c.t. Così lo proverà in questi giorni: interno, per doppiare la spinta di Barella, con Jorginho in mezzo, oppure Tonali, per avere una linea di grande corsa e grande pressione.
Bernardeschi (per Insigne) e Scamacca (per Immobile) darebbero ancora più fisicità a un’Italia diversa. Nella tre giorni fiorentini, ci sarà modo di sondare moduli alternativi. Il 3-5-2, per esempio, che consentirebbe a Bastoni di spendere le sue conoscenze di braccetto costruttivo. Anche qui Zaniolo, Tonali e Locatelli possono immettere corsa e potenza.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – L. Garlando