Blitz antidroga della Questura di Milano: 22 ordinanza di cattura, tra cui Luca Lucci leader della Curva Sud Milano divenuto una figura apicale nell’organizzazione degli albanesi. Riceveva la merce al “Clan” a Sesto. Indagine iniziata nel 2016: 140 telefoni sotto controllo.
Riceveva la droga che gli rifornivano gli albanesi al “Clan” di Sesto San Giovanni e da lì la rivendeva nella city. E’ finito agli arresti Luca Lucci, 37 anni, uno dei capi della Curva Sud Milano e considerato dalla Procura di Milano una figura di vertice dell’organizzazione che, insieme ad albanesi ed italiani, gestiva lo spaccio della droga in alcuni quartieri di Milano.
IL BLITZ — Questa mattina è scattato il blitz antidroga della Questura di Milano nei confronti di 22 persone, 15 sono finite agli arresti di cui due raggiunte da provvedimento in carcere perché già detenute, 4 sono all’estero e altre 2 sono al momento ricercate. In galera è finito anche Massimo Mandelli, uno degli steward impegnati dall’Inter in occasione delle partite casalinghe a San Siro: secondo gli inquirenti il suo ruolo, all’interno di questa organizzazione, era molto più defilato, non certo apicale, rispetto a quello di Lucci e si limitava allo smistamento sul territorio.
OPERAZIONE MONGOLFIERA — Avviata il 24 marzo 2016 dal Commissariato Centro della Questura di Milano, diretto da Ivo Morelli, l’indagine ribattezzata “Operazione Mongolfiera” ha ricostruito in questi due anni le rotte dell’hashish e della cocaina che confluivano a Milano. Due anni d’investigazioni di polizia nel corso dei quali sono state messe sotto controllo 140 utenze telefoniche, oltre a registrare l’esistenza di tantissime sim che venivano utilizzate solo per una telefonata e poi distrutte. In due anni sono stati sequestrati oltre 600 chilogrammi di hashish e cocaina provenienti dall’Albania, dalla Spagna, dal Sud America e dal porto di Gioia Tauro in Calabria. Solo questa mattina, durante il blitz, lungo la direttrice Milano-Cremona la Polizia ha recuperato altri 5 kg di sostanze stupefacenti.
IL CLAN DI SESTO — L’inchiesta si è diramata lungo due filoni: uno albanese, l’altro italiano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il capo ultrà del Milan, Luca Lucci, aveva assunto un ruolo chiave nel filone albanese. Era lui il punto di riferimento degli albanesi presso cui si riforniva e – stando alle ricostruzioni della Questura – aveva trasformato il Clan di Sesto San Giovanni, luogo nel quale solitamente si riunisce la Curva Sud Milano per le riunioni settimanali, come l’hub dove ricevere la merce in arrivo dall’Albania. Di recente, la Polizia era riuscita a intercettare un tir con 250 chili di droga, di provenienza albanese, diretto al Clan.
IL RUOLO DI MANDELLI — La posizione di Massimo Mandelli, uno degli steward impiegati dall’Inter, è invece inquadrata dagli inquirenti nel filone italiano. Il suo compito è ritenuto molto più defilato: a lui spettava lo spaccio in città, la “sistemazione sul territorio”, e si poneva come collegamento tra il filone albanese presso cui si riforniva Lucci e quello italiano che aveva a capo dell’organizzazione Luca Boscherino, 33 anni, di Vibo Valentia. Due organizzazioni non in contatto tra loro.
LA CURVA SUD MILANO — Un aspetto molto importante riguarda la Curva Sud Milano. In questo momento, la Questura di Milano – sulla base dei due anni di indagini – esclude che la Curva Sud possa essere stata utilizzata come una piazza di spaccio per vendere la droga. La Polizia non ha documentato un’attività diretta di spaccio in curva.