Appena usciti dalla lunga assemblea di sabato, i presidenti di Serie A sembravano uniti, dopo aver preso la decisione “unanime” di ridurre a 5 mila la capienza negli stadi, ma c’erano già state furenti diatribe in un gruppo per nulla granitico su diverse questioni, tra chi vuole fermare il campionato, chi chiede il blocco delle retrocessioni se si andasse avanti con questo andazzo, chi non vuole rinvii e ieri sono arrivate proteste vibranti di Bologna e Udinese, il cui calendario era stato risistemato in quell’assemblea. Malagò, presidente del Coni, ha detto che il calcio durante le vacanze è stato poco reattivo.
I presidenti di A temono il default del sistema da un momento all’altro, ma secondo quanto emerge dalle istituzioni, nel vertice di mercoledì tra stato e regioni il calcio non potrà aspettarsi corsie preferenziali. Anzi: il calcio sarà trattato come tutte le altre federazioni sportive, non ci saranno difformità tra sport e sport.
Il Coni stabilisce i protocolli, che saranno nuovamente aggiornati, in coordinamento con la Federazione dei medici sportivi, che ne già proposto uno un anno e mezzo fa: il precedente prevedeva anche bolle all’occorrenza, una gestione esterna dei tamponi, un coordinamento che non facesse capo solo alla Lega calcio stessa, ma la Serie A ha scelto di autoregolamentarsi, poi in piena emergenza ha tardato a reagire e si è ritrovata nei guai. Sarà un lungo inverno, magari in bolla.
FONTE: Il Messaggero