Il fisco dei Paesi Bassi ha avviato un’indagine su Mino Raiola, il più importante procuratore del calcio italiano, l’agente che oggi gestisce il portiere del Milan Gianluigi Donnarumma e può vantare, nel suo carnet di campioni, calciatori del calibro di Paul Pogba, Zlatan Ibrahimovic e Mario Balotelli. Quattro nomi — ma possiamo aggiungerne parecchi altri — che da soli hanno un valore di mercato pari a 160 milioni. Secondo la rivista Forbes, Raiola è al decimo posto tra i più ricchi agenti sportivi del mondo, e il quarto in assoluto per quanto riguarda il calcio: Forbes ha calcolato commissioni pari a 43 milioni di dollari — cifra fissata a settembre 2017 — mentre, con il trasferimento dei suoi calciatori, ha movimentato circa 437 milioni. Questo, in cifre, il ritratto del super procuratore italiano.
Per quanto riguarda il fisco olandese, invece, siamo ancora nella fase degli accertamenti. I funzionari stanno analizzando i documenti che riguardano l’attività del procuratore e, per quanto risulta al Fatto Quotidiano, l’istruttoria non è ancora chiusa. L’attività dei funzionari olandesi si sta concentrando su tutti i trasferimenti di calciatori per i quali Raiola ha svolto il ruolo d’intermediario. E nel mirino del fisco olandese c’è l’intero quadriennio d’affari calcistici che va dal 2014 al 2017. C’è una domanda di fondo nell’attività degli investigatori di Amsterdam: qual è la reale residenza fiscale di Mino Raiola? È anche per questo che il fisco sta lavorando incessantemente nell’accertamento dell’attività del super procuratore. Il legame di Raiola con l’Olanda è antico e consolidato. Eppure, spiega, non è cittadino olandese. “Di questi accertamenti fiscali non so nulla”, spiega al Fatto Raiola, “e comunque non mi preoccupano: ho agito sempre correttamente, rispettando le norme in qualsiasi Paese abbia lavorato. Non sono cittadino olandese, ho la residenza a Monaco, dove vivo, e in Olanda non ho alcuna società”. Nè residenza fiscale, né società. Spesso però il nome di Raiola è stato affiancato alla Maguire Tax e Legal – la cita anche Forbes – ma Raiola precisa: “Non ho alcun legame con questa società. Sono soltanto un vecchio amico del suo proprietario. E’ un rinomato studio tributario, tutto qui”. Alcuni dei calciatori gestiti da Raiola, e anche la sua famiglia, ha usufruito delle consulenze della Maguire Tax e Legal: “Ma io non ho certo obbligato i miei calciatori a rivolgersi a loro – conclude Raiola – ognuno sceglie come crede”.
Torniamo ai legami di Raiola con l’Olanda da ragazzino è emigrato con la sua famiglia ad Haarlem, a 30 chilometri da Amsterdam, dove i suoi genitori hanno gestito qualche ristorante di successo, partendo da una paninoteca e passando per una pizzeria, mentre lui per un periodo è stato il proprietario di un McDonald’s. Ed è proprio ad Haarlem – anzi: con l’Haarlem – che inizia la sua scalata alle stelle del calcio, quando il presidente della più antica squadra olandese lo nomina direttore sportivo. È la fine degli anni Ottanta. L’era dei Gullit, Rijkaard e Van Basten, che vestono la maglia rossonera e danno il via all’epopea milanista di Berlusconi. E in quel momento, in Olanda, che Raiola inizia a costruire il suo successo. L’Haarlem non ha un granché in cassa, ma il ragazzo di origini campane vuole sfondare. E con gli anni, partendo dalla piccola cittadina a trenta chilometri dalla capitale, prima tenta – senza successo – di piazzare Dennis Berkgamp al Napoli, per 350mila euro, poi riesce a venderlo all’Inter per ben 14 milioni. E da quel colpo, nel suo portafoglio, entrano ed escono campioni di caratura mondiale.
Ora però, sul fenomeno del calcio mondiale, l’Olanda vuol vederci chiaro. L’obiettivo: analizzare i pagamenti effettuati dai club di calcio e definirne la natura, sotto il profilo fiscale, in base alle prestazioni realmente offerte da Raiola. Un’operazione definita “multilaterale”, dai funzionari del fisco olandese, perché nasce nell’ambito di programma comunitario, il “Fiscalis 2020”, al quale hanno aderito tutti i paesi europei. Non si tratta di un’inchiesta penale, ma amministrativa, che probabilmente non si ferma al solo Raiola: il fisco olandese, da alcuni mesi, ha avviato un’attività di controllo per verificare se, nel mondo degli agenti sportivi, degli intermediari e dei procuratori, gli inquadramenti fiscali siano conformi alle norme.
“L’obiettivo specifico del programma – si legge nei vari siti che illustrano il Fiscalis 2020 – è quello di sostenere la lotta contro la frode fiscale, l’evasione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva e l’attuazione della legislazione dell’Unione nel settore della fiscalità assicurando lo scambio di informazioni, sostenendo la cooperazione amministrativa e, ove necessario e opportuno, accrescendo la capacità amministrativa dei paesi partecipanti al fine di contribuire a ridurre gli oneri amministrativi gravanti sulle autorità fiscali e i costi di adeguamento alla normativa per i contribuenti”. L’indagine fiscale parte dal 2014 e, tra le potenziali compravendite da analizzare, si contano parecchie clamorose mosse di mercato internazionale. Per esempio i passaggi di Mario Balotelli dal Milan al Liverpool, nell’estate 2014, per 16 milioni e, nel 2016, dal Liverpool al Nizza, con parametro zero. Sempre nell’estate 2016, l’acquisto di Paul Pogba da parte del Manchester United, che sborsò ben 105 milioni alla Juventus.O i 31 milioni di sterline pagati dal Manchester United, al Borussia Dortmund, per Henrikh Mkhitarian. E ancora: i passaggi di Romelu Lukaku dall’Everton al Manchester United, per 85 milioni, e di Blaise Matuidi dal Paris Saint Germain alla Juventus, per 15 milioni. Nel 2017, infine, il legame tra Raiola e Donnarumma e l’ormai interminabile siparietto che sembra portare il portiere del Milan – valore di mercato attuale, 60 milioni – sempre più lontano da San Siro. Ma ad accendere i riflettori sui campioni di San Siro, questa volta, c’è il fisco olandese.