Oggi a Nyon si ritrovano le componenti del calcio, Uefa, Eca, agenti, tifosi, non la Fifa, per discutere del nuovo Fair Play Finanziario. L’argomento è sensibile, i conti del calcio sono un disastro. La pandemia ha infierito su un sistema squilibrato e già malato. La riforma non migliorerà i conti, proporrà (forse) un tetto salariale sugli ingaggi complessivi dei club. Le battaglie sono altre, politica e economica.
Lo scorso maggio il Congresso della Fifa ha votato sì allo studio di fattibilità dei Mondiali ogni due anni. Era passato un mese dal progetto della Superlega, nato e naufragato. Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, si era schierato, a parole, al fianco del numero uno dell’Uefa, Aleksander Ceferin, e dei maggiori governi europei per farlo saltare. Oggi le posizioni sono distanti. “Ben 166 associazioni su 188 sono favorevoli ad approfondire la fattibilità del Mondiale biennale“, ha sottolineato Infantino. “Il progetto Superlega è vergognoso, quello del Mondiale ogni due anni sbagliato“, l’affondo di Ceferin.
La Uefa osteggia l’idea, ucciderebbe l’Europeo e ingolferebbe il calendario internazionale. Infantino vuole il Mondiale ogni due anni e il perché è presto detto: ha solo quella competizione, oltre al Mondiale per Club (ancora da vedere). Cerca di allargarsi. Ceferin e la Uefa, che si porta dietro anche la Conmebol (la confederazione sudamericana), provano a resistergli, forti di avere i miglior club, ma perdenti in quanto a voti. Le confederazioni di Asia, Africa, Oceania e America del Nord insieme possono far approvare il progetto.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. De Carolis